La sfida del Cavaliere
Dal Cav al Caf. Silvio Berlusconi è pronto a lanciare una nuova iniziativa per risollevare le sorti del Pdl. Un’operazione su larga scala che in una prima fase partirà piuttosto in sordina, in forma quasi clandestina. Per poi venir fuori in maniera sempre più esplicita e pubblica. In pratica sarà un vero e proprio servizio sociale che curerà direttamente il Pdl. Una sorta di patronati sullo stile di quelli che hanno permesso ai sindacati, e in particolare alla Cgil, di diventare una realtà radicata nel Paese. Saranno dei centri di ascolto che permetteranno al partito di entrare in diretto contatto con gli elettori, di comprenderne gli umori e di aiutarli a risolvere problemi. I servizi che verranno offerti sono molto simili a quelli dei patronati delle organizzazioni sindacali. Si va da come compilare un 730 a come richiedere la pensione. Da come essere informati delle novità varate dal governo a come accedere alle agevolazioni fiscali per i meno abbienti a come ottenere i sussidi dalle amministrazioni locali. Insomma, un'azione di servizio. E infatti si chiamerà proprio così: «Al servizio degli italiani». È già pronto il logo. Anzi, ad essere precisi i loghi sono due. Uno, il primo messo a punto, prevede appunto il nome del nuovo servizio e sullo sfondo la scritta «Pdl» in modo da rendere immediatamente identificabile donde proviene l'iniziativa. Poi il tutto è stato rimesso in discussione dopo che Berlusconi ha detto chiaro e tondo che vuole cambiare la denominazione del partito. Si vedrà. Le tappe e le modalità dell'operazione sono molto simili a quelle messe a punto quando il Cavaliere lanciò i Circoli della Libertà. In quel caso si trattava di una struttura esterna al partito, allora Forza Italia, che però ebbe soprattutto riflessi interni, smuovendo le acque dentro al movimento di via dell'Umiltà. Ora l'idea di fondo è risollevare il Pdl che è sempre piuttosto basso nei sondaggi sebbene dopo la vittoria del 14 dicembre con la fiducia ottenuta dal governo anche alla Camera è tornato a veleggiare sopra il 30% dei consensi. Ma sempre poco rispetto al quasi 40 delle elezioni di ormai tre anni fa. E anche stavolta, come allora, l'iniziativa è stata affidata a Michela Vittoria Brambilla. Che il 15 dicembre, in gran segreto, ha registrato il sito internet www.alserviziodegliitaliani.it. Avvenne così anche quando l'attuale ministro del Turismo depositò il nome e il simbolo provvisorio del Popolo delle Libertà. Al registro domini internet risulta che l'organizzazione di riferimento del nuovo sito è proprio il Pdl, anche se come supporto tecnico è stata utilizzata una società specializzata in questo settore: la GiDiNet di Daniele Antonio Iunco. Per ora il dossier appare riservato a pochi. Se si digita al computer l'indirizzo web alserviziodegliitaliani.it si accede a un'area chiusa, può entrare solo chi è autorizzato ed è munito di password. È evidente che è ancora un cantiere aperto ma la Brambilla ci ha lavorato intensamente durante tutte le vacanze, è stata spesso ad Arcore e lo stesso Cavaliere si appresta a impegnarsi nella partita direttamente. Insomma, quello che è chiaro è che Berlusconi sta lanciando una grande operazione per rilanciare il suo partito. Radicarlo sul territorio infilandosi in tutti gli interstizi della società un po' come ha fatto la Lega, il cui modello secondo Fabrizio Cicchitto andrebbe seguito. E dargli una ventata di novità, magari cambiando nome e simbolo visto che Fini potrebbe avviare una causa giudiziaria per bloccarne l'utilizzo e il premier è sicuro che i giudici gli darebbero ragione. L'ultima volta che ha parlato della questione pubblicamente è accaduto in occasione della conferenza stampa di fine anno: «Ho letto sui giornali articoli che attribuivano a me e ad esponenti del Popolo della Libertà l'intenzione di ritornare al nome Forza Italia: non si va mai indietro ma dico che il nostro intento è quello di unire tutte le forze dei moderati cioè di quelli che non si riconoscono nella sinistra». E aggiunse il 23 dicembre scorso: «Riteniamo necessaria una nuova denominazione perché abbiamo sentito avanzare pretese da chi è andato a formare Futuro e Libertà sono pretese infondate ma avendo esperienza delle liste di Formigoni e qui a Roma non vogliamo correre rischio che qualcuno presenti ricorso. Il secondo motivo - sottolineò Berlusconi - è che il Popolo della Libertà produce un acronimo che molti declinano anche al femminile e gli acronimi non commuovono: stiamo cercando un nome che emozioni e che non sia riducibile ad un acronimo e che vuole indicare quali sono i valori e i progetti che vogliamo realizzare». «Ricordo che il partito dei moderati - concluse il premier - si pone sempre come sessione italiana del Ppe, di cui condivide la carta dei valori». E proprio questa frase ha fatto circolare l'ipotesi che che il nuovo nome prescelto fosse «Popolari». Anche questa però non si può definire un'assoluta novità. Il Partito Popolare venne fondato da don Sturzo, era il 1919.