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Strattonato, conteso da entrambi gli schieramenti, bersaglio del «calciomercato» per ingrossare le file della maggioranza, il Terzo Polo - dopo la pausa natalizia - torna in pista e annuncia di voler dar seguito (con i fatti) agli annunci programmatici di

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«Suitemi di fondo saremo uniti e all'attacco», assicura Francesco Rutelli, allontanando i dubbi di chi vede nell'eterogeneità dello schieramento un suo punto di debolezza. A testimonianza delle buone intenzioni la nuova campagna di affissioni di Alleanza per l'Italia che si incentra sull'impegno politico di Api: «Costruiamo il nuovo polo» è, infatti, lo slogan scelto, con il nuovo simbolo del partito a campeggiare su un cantiere in cui fervono i lavori. E mentre non è ancora sciolto il nodo del nome da dare al nuovo schieramento, a tornare a parlare di «terzo polo» come entità politica «unica» è stato anche Lorenzo Cesa che annuncia battaglia, in vista della ripresa dei lavori parlamentari, al governo e alla maggioranza. Se il concetto di opposizione «responsabile» non viene meno, il segretario centrista non manca però di stigmatizzare l'atteggiamento - a suo dire - «sconcertante» del presidente del Consiglio: «Assistiamo con grande sconcerto - scandisce infatti Cesa - al toto-acquisti di parlamentari condito da un'opera sistematica di disinformazione». Secondo i centristi, a cui si affiancano anche l'Api di Rutelli e le colombe di Fli, il Governo continua infatti a non occuparsi dei problemi del paese pur essendo questa la condizione per offrire un atteggiamento «non ostile». «Non possiamo accettare - dice Rutelli - che i temi bioetici, che sono importanti, diventino per la maggioranza un alibi per non affrontare i temi su cui è disastrosa e fallimentare la politica del governo: cioè la famiglia». In attesa di segnali più incoraggianti dalla maggioranza sia Cesa che Rutelli cercano di chiamare alla compattezza i propri alleati avvertendoli anche dei pericoli delle "sirene" berlusconiane. Meno propenso al dialogo con la maggioranza appare Fabio Granata: «Cercano di annientarci - dice l'esponente di Fli - ma hanno semplicemente "acquistato" tre dei nostri parlamentari». «La risposta a tutto questo non può essere un richiamo a generici sensi di responsabilità o improbabili patti di legislatura. La risposta - spiega - deve essere politica e culturale e deve essere alternativa a Berlusconi».

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