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Nel Pd spunta la direzione parallela

Pierluigi Bersani

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Neanche la Befana è stata buona con i democratici. Intendiamoci, un po' di carbone era più che meritato. Solo che la cara vecchina a D'Alema e compagni ha portato con sé anche brutte notizie. Non bastasse il tormentone del momento («Primarie sì, primarie no, primarie forse») al povero Pier Luigi Bersani è stata recapitata una nuova grana. Si tratta dell'ultima invenzione dei «rottamatori». Signore e signori, democratiche e democratici (ma non solo) ecco a voi la «Direzione parallela». D'accordo, ma di che si tratta? Allora. Dicesi «direzione parallela» quella assemblea che viene organizzata da alcuni esponenti di un partito, il giorno prima di un'altra assemblea che unisce tutti gli esponenti dello stesso partito (la «direzione» nazionale, appunto) e che ha l'obiettivo di «rottamare» tutti (o quasi) i colleghi si riuniranno l'indomani. L'unico esemplare di «direzione parallela» esistente, ad oggi, in Italia ma probabilmente in tutto il mondo, è quello - guarda caso - nato in casa Pd. Dopo il «governo ombra», la direzione «ombra». Tutto era pronto, infatti, per la direzione nazionale del partito, prevista per il 13 gennaio, quando i rottamatori hanno ben pensato di convocarne un'altra, tutta loro, per il giorno prima. Roma 12 gennaio, "Caffè letterario", via Ostiense 95, ore 18,30 - 21,00: questi i dettagli dell'appuntamento. Ad organizzare il tutto «Prossima fermata Italia», un gruppo vicino ai «rottamatori» che si dedica «all'attivismo e alla partecipazione politica» e che vuole «contribuire all'innovazione della politica, attraverso l'uso di mezzi, linguaggi e modelli di partecipazione nuovi..». Il titolo è di quelli cari ai democratici. Per nulla esplicito, lascia subito intendere che gli organizzatori dell'incontro sono persone inclini al dubbio, ben disposte all'autocritica, di poche pretese: «La giusta direzione». I promotori parlano di «una direzione parallela, con il Pd restituito ai suoi elettori, quelli che in questi giorni sono molto preoccupati e non sempre comprendono le scelte dei vertici nazionali». Pippo Civati, uno dei «rottamatori», sul suo blog, spiega: «La sera prima della direzione nazionale del Pd ci vediamo a Roma per un incontro pubblico, una "direzione" aperta agli elettori del Pd e del centrosinistra, un incontro alla pari, in cui ci si possa confrontare sul delicato passaggio politico di fronte al quale si trova oggi il Pd». L'esponente democratico parla di «un momento di riflessione in cui raccogliere i mille messaggi pervenuti sul sito di Prossima Italia, le lettere e gli appelli inviati a Roma da ogni confine del Paese, per ribadire l'importanza delle primarie e del loro senso politico e dire, insomma, ad alta voce: "Prima gli elettori"». Secondo Civati, «il Pd era nato per questo e, se vuole vincere, come crediamo sia possibile, questo deve essere capace di fare. Attraverso le voci autorevoli dei leader di sempre e di chi al Pd guarda soprattutto per il futuro del Paese». Già, le primarie. Se la direzione nazionale del 13 gennaio doveva provare a risolvere la questione, c'è da giurare che la direzione «parallela» del giorno prima riuscirà a complicarla ulteriormente. Intanto la querelle ha assunto le caratteristiche di un vero e proprio dibattito filologico. Primarie «da congelare», «da rottamare», «da aggiustare», «da salvare». Primarie «spirito stesso del Pd» e primarie «fine del Pd». E ancora sondaggi sulle primarie. Politologi sulle primarie. Dibattiti tv sulle primarie. Qualcuno - è solo questione di giorni - arriverà a proporre le primarie sulle primarie. E allora, finalmente, l'intellettuale di turno potrà coniare «le metaprimarie». Il tutto - per non farsi mai mancare un po' di sano distacco dalla realtà - mentre le primarie sono già in corso in alcune città italiane, come Bologna e Torino. E mentre Nichi Vendola se la ride e sceglie nuovi candidati da appoggiare in altre città. Viene in mente la feroce battuta di un antiberlusconiano doc, Corrado Guzzanti: «Il Pd è il primo partito in Italia a usare le primarie e il primo partito al mondo che le perde». Chissà se la direzione «parallela» dei «rottamatori» riuscirà davvero a «restituire il Pd ai suoi elettori». O se, come sempre, andrà dritta per la sua strada. In direzione ostinatamente contraria.

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