Indietro popolo. Il Pd ritorna al Pc
Il 2011 del Partito Democratico è iniziato un po' peggio di come era finito il 2010. Era piuttosto prevedibile. L'anno, infatti, si era chiuso con la mancata sfiducia a Silvio Berlusconi e con le minoranze interne che per amor di Patria e con le minoranze interne che, per amor di Patria, avevano deciso di rimandare la «resa dei conti» a dopo le vacanze. Detto fatto. Neanche il tempo di riprendersi dai bagordi natalizi ed ecco che la battaglia è ripresa più violenta che mai. Divisioni sul caso Fiat, divisioni sulla possibilità di congelare o modificare il meccanismo delle primarie, malumore crescente degli ex Popolari (Giuseppe Fioroni ha comunque ribadito che lui non se ne va), dei veltroniani, dei parisiani, dei rottamatori. Di tutti quelli che, insomma, non si riconoscono nella linea di Pier Luigi Bersani. Il momento della verità è fissato per il 13 gennaio quando si riunirà la direzione nazionale. Nel frattempo i big democratici hanno ricominciato a parlarsi attraverso lettere sui giornali. Mercoledì Walter Veltroni ne ha inviata una alla Stampa in cui, prendendo spunto dal caso Fiat, lanciava l'appuntamento organizzato dalla sua fondazione al Lingotto di Torino (sabato 22 gennaio) e spiegava che la parola chiave della sinistra deve essere «cambiare» e non «difendere». Il segretario ha "risposto" ieri sul Messaggero chiamando a raccolta tutte le opposizioni e proponendo «un patto repubblicano» che affronti finalmente i problemi dell'economia, del lavoro e quelli istituzionali. Contemporaneamente, però, sempre Veltroni era costretto a smentire le voci della sua volontà di chiedere un congresso anticipato: «Sono interessato a null'altro che ad una vera discussione sull'identità programmatica del Pd, come ho cercato di fare nella mia lettera a La Stampa». Per fortuna che, in mezzo a tante chiacchiere, c'è chi lavoro per il futuro del Paese. Anche se forse sarebbe meglio dire per il passato. Ne ha parlato Marco Damilano sull'Espresso. Durante il periodo natalizio, mentre la sede del Pd al Nazareno chiudeva per ferie, in quella dei Ds a via Palermo ferveva l'attività. Perché la gloriosa Quercia è tutt'altro che morta e non ha alcuna intenzione di rinunciare alla sua storia e alla sua identità. Soprattutto nel 2011. Il 21 gennaio, infatti, ricorrono 90 anni dal congresso di Livorno che segnò la nascita del Partito Comunista italiano. Il 4 febbraio ne saranno invece trascorsi 20 dal congresso di Rimini quando la falce e il martello lasciarono spazio alla quercia del Pds. Altro che 150° anniversario dell'Unità d'Italia! Eventi così vanno assolutamente celebrati. E così Ugo Sposetti, ultimo tesoriere dei Democratici di Sinistra, si è rimboccato le maniche. Il risultato è una mostra che verrà presentata mercoledì prossimo alla Casa dell'architettura all'Acquario Romano dove rimarrà aperta dal 14 gennaio al 6 febbraio. Successivamente, ma la cosa non è ancora certa, l'esposizione verrà allestita anche a Livorno, Genova, Perugia, Milano e Bologna. Il titolo: «Avanti Popolo, il Pci nella storia d'Italia». «La mostra - recita il depliant di presentazione - racconta settant'anni di storia d'Italia documentando la parte e il ruolo che vi ebbe il Partito Comunista Italiano dalla sua fondazione a Livorno il 21 gennaio 1921 alla nascita del Partito democratico della sinistra, a Rimini, il 4 febbraio 1991». Verranno esposti cimeli e documenti storici (sul manifesto che pubblicizza l'evento c'è la prima tessera del partito datata 1921) che fanno parte dell'archivio del Pci di cui sono depositarie la Fondazione Istituto Gramsci e la Fondazione Cespe. Due realtà strettamente legate alla storia comunista italiana (l'Istituto Gramsci nacque nel 1950 su iniziativa della segreteria del Pci ndr) e che oggi fanno riferimento a ciò che resta dei Ds. Dell'organizzazione e dell'allestimento si occuperà invece una società di Bologna, la Goodlink, che in questi anni ha lavorato con Nens, la fondazione di Bersani e Vincenzo Visco, alla realizzazione del festival Manifutura. Ma che in passato ha curato anche gli ultimi due congressi dei Ds. Insomma, ci sono tutti gli elementi per dar vita ad una grande celebrazione dell'orgoglio comunista. Che di questi tempi, con il segretario Bersani accusato di voler spostare il partito a sinistra, non sembra proprio ciò di cui i Democratici hanno bisogno. «C'è un patrimonio, un archivio ben conservato - spiega Sposetti -. Finisce una storia politica è giusto far vedere come viene conservata». Di certo mentre il Pd arranca, i Ds danno prova di grande vitalità. E chissà che, vista l'aria che tira, non ci sia qualcuno che cominci a pensare seriamente che si "stava meglio quando si stava peggio". Indietro Popolo.