L'unico presente è il passato
Berlusconi e Fini. Berlusconi e Tremonti. Berlusconi e Bossi. Tutti presi a commentare le gesta di un centrodestra capace di svolgere il ruolo sia di maggioranza che d'opposizione, ci dimentichiamo che in Italia esiste una sinistra che merita di esser raccontata nella sua infinita parabola verso il nulla. Così un giorno abbiamo «i rottamatori» che vogliono portare Bersani al cimitero delle auto, quello dopo ci ritroviamo di fronte all'editto che «le primarie non servono più», la mattina abbiamo Veltroni che fa la corrente, la sera ci imbattiamo in Vendola che scala il Pd, a notte fonda D'Alema si toglie il cachemire, all'alba i popolari si levano il Pd, ma all'ora dell'aperitivo lo indossano ancora. Quando il Pd fece la fusione con la Margherita scrissi che due più due in politica non fa mai quattro ma spesso tre. Era chiarissimo che la riesumazione dei Ds, del partito post-Muro, dell'unica «Cosa» semisolida e non gassosa rimasta nel pianeta dell'opposizione era solo questione di tempo. Forse ci siamo. Abbiamo sempre tenuto d'occhio il lavoro sotterraneo di Ugo Sposetti, ex tesoriere della Quercia, uno che ha messo al sicuro in una fondazione tutto il patrimonio del vecchio partito ed è pronto a tirarlo fuori alla bisogna. Quando il processo di decomposizione del Pd sarà compiuto, Sposetti dirà ai compagni: tranquilli, godiamoci la mostra sulla nostra gloriosa novantennale storia, ho la cintura e le bretelle, non resteremo in mutande. Senza slip invece era la prima pagina di ieri de il manifesto. Per il giornale comunista si tratta di una svolta epocale, il primo nudo integrale della sua storia a trazione posteriore, qualcosa di epico per festeggiare lo smutandamento del capitalismo, celebrare il suo funerale attraverso le parole di Tremonti, definito «Giulio Zelig» nelle sue multiformi versioni: «il Debitore, l'Anticonformista, il Feroce, l'Evasore, il Lombardo». La sinistra italiana è nuda, scoperta in un gioco manifesto. Guarda al futuro, promette riscosse, ma può solo sperare di tornare al passato. Così ridotta, se si aprono le urne, si spalanca un baratro.