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Alemanno corteggia Casini per Silvio

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Ciproverà di nuovo. Proverà di nuovo a fare da apripista per la politica nazionale. Gianni Alemanno in questi giorni sta cercando di lavorare silenziosamente a un'intesa politica con l'Udc. Anzi, a esser precisi, già ci sta provando con una serie di incontri e riunioni proprio in queste ore. Se il partito di Casini entrasse in giunta, si chiuderebbe una fase storica che ha visto la chiusura del Pdl ai centristi, la loro esclusione. Chiuderebbe insomma la «stagione del 2008» che aveva portato Berlusconi a mettere Casini davanti a un ultimatum: o dentro il nascituro partito unico o fuori dal centrodestra. Un aut aut al quale Pier Ferdinando risponderà poi con un netto e orgoglioso rifiuto aprendo così la fase del suo splendido isolamento. Sembra trascorsa un'era geologica, sono passati meno di tre anni. Alemanno tenterà ora di chiudere quest'era. Se riuscisse a coinvolgere Casini nell'amministrazione comunale (la sua vittoria avvenne in concomitanza con quella del Cavaliere a livello nazionale) stenderebbe un comodo tappeto sul quale il premier potrà cominciare a muovere i passi verso i democristiani. Il sindaco di Roma può intanto mettere sul tavolo un'azione programmatica molto affine a quella dell'Udc. Partito con il quale ha instaurato un rapporto migliore dopo gli alti e bassi degli ultimi anni. Dopo la vittoria del 2008 infatti ci furono diversi incontri con i centristi, in particolare con il loro leader regionale Luciano Ciocchetti, per sondare la disponibilità di un eventuale ingresso in giunta. Poi sembrò una mossa troppo azzardata. Ora le parti si sono rovesciate, e Ciocchetti intanto è diventato vicepresidente della giunta regionale. Con la Polverini infatti l'intesa è stata chiusa già prima del voto anche se dopo non sono mancati gli screzi. Ora i piani regionale, comunale e nazionale si intrecciano. Infatti Alemanno può mettere sul piatto un primo passo verso il quoziente familiare, una serie di agevolazione fiscali e sulle tariffe per i nuclei più numerosi o comunque meno agiati. Un punto che ha consentito per esempio al primo cittadino di stabilire un rapporto concreto con Alessandro Onorato, il rappresentante dello scudocrociato in Campidoglio. Lo stesso provvedimento potrebbe essere esportato a livello regionale visto che alla Pisana il centrodestra sta per mettere mano a un provvedimento che istituisce il quoziente. In Consiglio la proposta è stata presentata dalla consigliere Isabella Rauti (che, per inciso, di Alemanno è la moglie). La giunta spinge con il suo assessore con delega proprio alla Famiglia, Aldo Forte, guarda caso un Udc. Inoltre il sindaco può mettere sul piatto il rimpasto che appare sempre più probabile e che potrebbe interessare anche deleghe pesanti come quella (forse) ai Trasporti. Non è un assessorato secondario visto che tra l'altro ha competenza sulla realizzazione delle metropolitane capitoline nei cui lavori sono interessante le aziende del gruppo Caltagirone. E Francesco Gaetano Caltagirone non solo è il suocero di Casini ma (assieme ai figli) è anche il principale finanziatore privato dell'Udc: l'anno scorso hanno versato circa 400mila euro. Se si raggiungesse l'intesa significherebbe che i democristiani daranno una mano anche al governo Berlusconi? Non tutto è automatico. Intanto anche l'intesa con Casini non è affare delle prossime ore: tutt'altro. Pierferdy è ancora all'estero, in vacanze alle Maldive, e tornerà alla politica attiva lunedì. In secundis, anche se prima della pausa ha offerto una disponibilità a sostenere alcuni provvedimenti del governo, per il momento appare convinto a voler perseguire la via terzopolista almeno per un altro po' di strada. Infine esiste al fondo una questione di rapporti interni tra Berlusconi e Casini. Che ha spiegato in maniera emblematica, guarda caso, un certo Gianni Alemanno parlando a Cortina cinque giorni fa: «Casini vuole che gli venga riconosciuto da Berlusconi il ruolo di delfino, di numero due. Fino ad allora continuerà a intestardirsi». Vuole insomma che sia chiaro che dopo, quando il dopo Berlusconi arriverà, lo scettro passerà a lui. E Silvio non ne vuole sapere.

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