Stop all'appalto di Mister Finocchiaro
Un altro macigno s'abbatte sul Partito Democratico.E non si tratta dell'ennesima questione politica. Stavolta a far tremare gli uomini di Pier Luigi Bersani sono gli appalti nella sanità siciliana. Una vicenda su cui la procura di Catania ha aperto un'inchiesta. Nel mirino il ginecologo Melchiorre Fidelbo che "incidentalmente" è anche marito della presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro. Attraverso la sua società Solsamb, Fidelbo ha ottenuto un appalto da 350mila euro dall'azienda sanitaria di Catania per l'informatizzazione del presidio territoriale di assistenza (Pta) di Giarre. Un appalto che, secondo gli ispettori inviati dalla Regione Siciliana, presenta «evidenti profili di illegittimità». Questi i fatti. Il 30 luglio 2010 il direttore dell'azienda sanitaria catanese Giuseppe Calaciura, firma la convenzione con la Solsamb assegnando alla società di Fidelbo 350 mila euro per informatizzare l'unità sanitaria. Il 15 settembre il marito della Finocchiaro riceve i primi 175 mila euro. Il 15 novembre viene celebrata in pompa magna l'inaugurazione del Presidio territoriale di assistenza sanitaria di Giarre. Tra gli altri partecipano alla cerimonia l'ex ministro alla Salute Livia Turco, l'assessore alla Salute della Regione Siciliana Massimo Russo e, ovviamente, la senatrice Finocchiaro e il marito. Formalmente sembra non esserci nulla di strano se non fosse che la vicenda ha scatenato negli ultimi mesi una serie di polemiche. Al punto che l'assessore Russo è stato costretto a incaricare due ispettori per verificare eventuali irregolarità nella procedure di appalto (che tra rinnovi e altri servizi poteva raggiungere la cifra di un milione e 600mila euro). E come una mannaia, alla vigilia del nuovo anno, è arrivato il responso: il servizio fornito dalla società di Fidelbo equivale a una sorta di "esternalizzazione", forma vietata dalla Regione Siciliana e quindi l'affidamento sarebbe illegittimo. D'altronde, visto il valore dell'appalto, si sarebbe dovuto fare un bando di gara di rilevanza comunitaria, a meno che il servizio non potesse essere offerto esclusivamente dalla società di Fidelbo. Così, nelle ultime ore del 2010, gli uomini della guardia di Finanza per ordine dei pm catanesi, hanno fatto ingresso negli uffici dell'assessorato alla Salute per acquisire documenti. E non è tutto: in queste ore, alla luce del verdetto degli ispettori dell'assessorato, la stessa Regione Siciliana ha chiesto alla direzione dell'azienda sanitaria di Catania di annullare la concessione rilasciata lo scorso 30 luglio e con la quale sono stati affidati alla Solsamb i lavori di informatizzazione del Pta. Lapidario, il responsabile della Sanità regionale ed ex magistrato Russo: «È evidente che quell'atto, se illegittimo come affermano gli ispettori, va subito revocato in autotutela dell'amministrazione». Tradotto: niente più business per Fidelbo. La spinosa questione assume adesso anche un risvolto politico. Infatti, la vicenda verrà inserita in un ordine del giorno del Parlamento siciliano. Intanto, sia la Finocchiaro, sia suo marito, annunciano querele, sostenendo tra l'altro, che sull'accaduto c'è stata una strumentalizzazione politica.