L'Avvenire critica il sindaco dell'Aquila «Fa solo polemica»
Lalinea del cardinale Bagnasco è netta. «Abbandonarsi alle polemiche quando si dovrebbe profondere ogni energia in una ricostruzione ancora lunga e complicata non è davvero un bel segnale per chi si vorrebbe dedito alla propria comunità - scrive il giornale della Cei nel corsivo - Farlo prendendosela con l'istituzione che più di ogni altra - e con una fedeltà alla gente senza pari - si è rimboccata le maniche per l'Abruzzo è inelegante e ingrato. Ieri al sindaco dell'Aquila Massimo Cialente sono riuscite entrambe queste operazioni». Secondo il quotidiano del vescovi italiani il sindaco dell'Aquila ha compiuto «un gesto inutilmente aggressivo, condito da fantasiose ricostruzioni dietrologiche. Le polemiche di carta non giovano a nessuno: L'Aquila ha bisogno che tutti lavorino per risollevarla completamente. Senza inutili affronti ai veri amici». Grazie alla raccolta indetta in tutte le parrocchie e alla generosità di singoli, famiglie, gruppi, parrocchie e diocesi sono pervenuti alla Caritas circa 29 milioni di euro, ai quali si aggiungono i 5 milioni messi a disposizione dalla Cei. A un anno e mezzo dal terremoto, sono stati spesi oltre 19 milioni di euro. Accanto ad aiuti d'urgenza e progetti sociali, sono 25 le strutture finora realizzate: scuole, centri di comunità, strutture di edilizia sociale e abitativa, strutture socio-caritative, ripristino e consolidamento spazi parrocchiali. Nei prossimi mesi è prevista la realizzazione di ulteriori 17 strutture per quasi 13 milioni di euro. E proprio su queste diciassette strutture che la polemica si è accesa. Cialente vuol far valere un piano regolatore che dopo il 6 aprile 2009 esiste solo sulla carta. Uno strumento urbanistico che era già datato e che dopo il sisma non ha alcuna ragione di esistere. Gli intervento per il Piano Case hanno di fatto ridisegnato gran parte del territorio. Perché Cialente voglia essere rigido, dopo che ha concesso di tutto e di più agli aquilani con la scusa dell'emergenza, su opere che ricadrebbero in terreni della curia non lo ha spiegato. E che il piano regolatore in questo momento storico abbia un valore solo sulla carta lo ha detto anche il presidente della Regione, Gianni Chiodi. «Il piano regolatore all'Aquila non è più un problema». nel senso che in troppe zone dove il terremoto ha devastato non ha modo di essere applicato, in altre si è costruito al di là della destinazione del terreno. Una rigidità con la Chiesa deve quindi essere motivo d'orgoglio per Cialente. Non ha invitato Nozza, così come ha espresso di voler fare Chiodi, attorno a un tavolo per un confronto, per ragionare insieme. Ha subito respinto i progetti perché non in linea con il piano regolatore. Cialente poteva entrare nel vivo delle aspettative della Caritas e dei progetti già lo scorso mese di settembre, quando il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, si recò in visita all'aquila incontrando l'arcivescovo Giuseppe Molinari e proprio monsignor Nozza. Una visita dove la Caritas ha dato conto conto, oltre che della raccolta nazionale per i terremotati, anche del relativo avvio delle costruzioni ad opera di Caritas Italiana e delle delegazioni regionali. «Con le risorse che abbiamo - disse Nozza in occasione della visita di Bagnasco - cercheremo di dare una risposta concreta alle esigenze abitative, sociali ma anche economiche alle persone ancora in difficoltà dopo la tragedia del 6 aprile. Siamo a tutti gli effetti parte integrante della Consulta della Protezione civile e come tale stiamo accompagnando il passaggio degli sfollati dalle tende alle nuove comunità. È un momento che stiamo vivendo con serenità, ma anche con grande attenzione, perché non basta vivere uno accanto all'altro per essere vicini, ma c'è bisogno di strutture e punti di riferimento per condividere valori umani e spirituali». Progetti che si sono scontrati contro Cialente e il suo pensiero. Inaugurate sale parrocchiali, scuole, luoghi sociali di incontro nelle diverse zone della città. Rimangono ancora incompiute, progetti che sono sulla carta, desideri per tornare ad avere spazi per rivivere dopo il terremoto. Cose di poco conto per il sindaco e l'amministrazione comunale che hanno traslato la verità assoluta del vangelo dentro il piano regolatore.