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Bossi alla «cena degli ossi» fa retromarcia sulle elezioni

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.L'Umberto fa un passo indietro. Gli è bastato arrivare nella cittadina bellunese di Calalzo di Cadore per allentare la pressione sull'ipotesi di anticipare le votazioni. E così, qualche ora prima di sedersi a tavola all'hotel Ferrovia di Lorenzago di Cadore, nel cuore delle Dolomiti, per partecipare alla tradizionale «cena degli ossi» col ministro dell'Economia Giulio Tremonti e numerosi big leghisti, il leader del Carroccio Umberto Bossi, ha voluto tranquillizzare il premier. E, utilizzando una battuta a sfondo meteorologico, ha fatto sapere che le elezioni sono più lontane ma non ancora scongiurate. Infatti, nonostante la certezza del premier di avere entro gennaio «le condizioni - e soprattutto i numeri - per completare la legislatura e la realizzazione del programma elettorale», per la Lega il voto anticipato rimane sempre lo «scenario più probabile». Scenario che però Bossi, in serata è tornato a scongiurare: «Io credo che Berlusconi abbia trovato dieci deputati e che abbia i numeri. Il capo del Governo non dice mai balle». L'argomento elezioni sembra essere stato, quindi, uno dei temi affrontati durante la cena alla quale, oltre a Tremonti e Bossi hanno partecipato anche il ministro Calderoli, il viceministro Castelli, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, il segretario della Lega in Veneto Giampaolo Gobbo e il figlio del leader leghista Renzo. Preoccupazioni che Gino Mondin, il titolare dell'albergo, ha certamente allietato preparando, per loro, un menù in perfetta tradizione alpina servendo oltre agli ossi di maiale anche un risotto ai funghi porcini, cotechino con le lenticchie, fagioli con cipolla, sopressa, salame di Feltre e grappa fatta in casa. Ma è il sodalizio sempre più evidente tra i leghisti e il ministro del Tesoro ad aver alimentato anche ieri sospetti a riguardo di una possibile rottura tra Tremonti e Berlusconi. Tutte dicerie sia per il Cav che durante la cena ha raggiunto telefonicamente Tremonti sia per Bossi che le ha declassate a «chiacchiere nel vento» ironizzando: «Tremonti non farebbe mai uno scherzo o uno sgarbo a Berlusconi». Nel pomeriggio infine Bossi, incalzato dai giornalisti, è tornato a parlare delle cimici nascoste nel suo ufficio a Roma e delle sensazioni della sua segretaria che potrebbe essere sentita in proposito dalla magistratura: «Nicoletta ne sa più di me perché è stata lei che ha avuto l'intuizione». Poi, in tono più leggero, a proposito dell'intuizione della segretaria, il ministro ha scherzato dicendo «vedete che le donne sono tremende?». Il leader della Lega si è quindi detto sicuro che nell'hotel in cui soggiorna a Calalzo non ci siano microspie «a meno che non gliele abbia messe la moglie per controllare. Qui - ha concluso con una battuta - è pieno di brasiliane». Intanto ieri anche il ministro Calderoli ha voluto dare man forte al Senatùr spiegando che se il quarto decreto attuativo del federalismo dovesse trovare il via libera «il voto anticipato si allontanerebbe. Se così non fosse, però, meglio votare». Quanto al timore di battute d'arresto nella bicamerale per l'attuazione del federalismo e in alcune commissioni della Camera, il ministro della Semplificazione puntualizza: «Dico a Berlusconi che o recupera i numeri in Parlamento, e lo fa in fretta, oppure è meglio andare al voto». Ma è Bossi a porre i paletti: «Non é possibile un ingresso dell'Udc nel Governo. Allargare sarebbe una continuazione della palude romana» anche perché il quoziente familiare, caro ai centristi, secondo il ministro delle Riforme «c'è già, l'abbiamo già messo».

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