Berlusconi rilancia: Italia fuori dalla crisi
Silvio Berlusconi ne è convinto. Lo ripete da tempo e ieri lo ha ribadito intervenendo al telefono a una iniziativa del presidente della commissione Agricoltura Paolo Russo a Napoli: «Il prossimo anno la crescita economica dell'Italia tornerà ai livelli precedenti alla crisi, lo dice anche la Commissione europea». «Mentre altri coltivano congiure di palazzo – ha proseguito – il nostro governo non ha mai smesso di lavorare e non è un caso che sia l'unico in Europa che non ha avuto sconfitte. Entriamo nel nuovo anno con un'Italia più forte e più competitiva». E se bisogna aver fiducia nelle capacità del nostro Paese altrettanta – ha spiegato Berlusconi – bisogna averne nel governo. «Sono fiducioso nel futuro dell'esecutivo. Sono ottimista e continuo ad esserlo per natura ma anche perché conosco la realtà politica del Paese. Ci siamo comportati come dovevamo in questi due anni e mezzo e vedo altri due anni e mezzo di lavoro con l'approvazione delle riforme che renderanno più moderno il Paese». «Credo che il governo abbia fatto bene – ha continuato – e che potrà lavorare ancora bene. Non deluderemo gli italiani. E d'altronde non ho mai visto un pessimista raggiungere dei risultati». Il motivo della fiducia nella continuità dell'esecutivo è semplice: i moderati non potranno far altro che appoggiare questo governo. «Nonostante l'operazione di Fini – ha detto Berlusconi – abbiamo mantenuto la maggioranza e stiamo acquisendo i deputati che si trovano in disagio assoluto perché si sono trovati su un treno guidato da Bocchino, Granata e Briguglio che li porta in un destinazione diversa: all'opposizione». E proprio su questo tasto sta battendo il presidente del consiglio nelle ultime settimane per convincere un gruppo di parlamentari, una decina in tutto, a entrare nella maggioranza. Tra loro ci sarebbero soprattutto deputati dell'Udc. Ma il Cav non dispera di riuscire a convincere, magari con tempi più lunghi, anche qualche esponente di Futuro e Libertà. «Dobbiamo uscire da questa crisi al meglio – ha spiegato – Concentriamoci su questa cosa essenziale: lo dico ad altri parlamentari amici di altre forze politiche, vengano con noi». Ma governare per Berlusconi significa anche risolvere il problema numero uno di Napoli, l'emergenza rifiuti. Per questo ieri a palazzo Chigi il sottosegretario Gianni Letta ha presieduto una riunione con il capo della Protezione civile e con il presidente della Regione Stefano Caldoro terminata con la promessa di ripulire la strade delal città entro domani. E per questo il premier durante il suo collegamento telefonico con il capoluogo partenopeo è tornato a promettere che se ne occuperà nuovamente in prima persona. «Sono intervenuto a più riprese – ha spiegato – ma c'è qualcuno che ostacola il nostro lavoro, altrimenti non si spiega ciò che sta succedendo. Sono convinto che ci sia la volontà di alcuni di dimostrare "urbi et orbi" che l'intervento del governo non è risolutivo. Invece arriveremo non solo a ripulire Napoli, ma anche a costruire gli impianti. Scenderò in campo ancora io. Sono convinto che in pochi mesi tutto si risolverà».