Mentre il caso Fiat continua a tenere banco nel dibattito interno all'opposizione - anche se, assicura Pierluigi Bersani, «abbiamo una posizione molto chiara che sosteniamo tutti» e cioè che «sull'accordo decideranno i lavoratori» - il leader del Partito
Èvero, un paio di insufficienze ci sono. Intanto il leader democratico ha rifilato ai suoi un bel «sei meno» in «coesione interna». Date le almeno tre diverse - quando non opposte - posizioni che i suoi riescono a esprimere su ogni possibile sfaccettatura dello scibile umano, e le continue bizze da prime donne di veltroniana memoria cui assistiamo giornalmente, si può dire che Bersani è stato più che generoso. L'altra insufficienza arriva alla voce «consenso». Il segretario anche qui si limita ad un «sei meno» di incoraggiamento. Dopo tutto, non fa una piega: un partito che negli ultimi due anni è passato nei sondaggi dal 35 al 24 per cento delle preferenze ha fatto poco meno di quel che doveva fare, no? L'apoteosi della generosità arriva al momento di giudicare l'«iniziativa politica per il 2010» del partito. Bersani si concede un bel «sette». Del resto è il minimo per chi ha avuto come unica «iniziativa politica» quella di distruggere Silvio Berlusconi e, dopo aver anche pensato di allearsi con chi una volta era fascista, non ci è neanche riuscito. L'ottimismo del leader del Pd non si ferma: e «per l'anno prossimo - assicura - «avremo un bel sette più». Della serie neanche quando si tratta di sognare, il segretario è in grado di farlo in grande. Il motivo dell'eterna sofferenza del Pd, la ragione per cui i democratici proprio non riescono a decollare - neanche a dirlo - è sempre la stessa: «Bisogna ricordare - spiega Bersani - che in epoca berlusconiana fare opposizione è il mestiere più difficile in tutto l'occidente». Tornando a parlare di consenso, il leader del Pd - quasi pentito dell'insufficienza data - precisa: «Il sondaggio vero sono le elezioni: lì si vedrà il ruolo del Pd». Sarà. La sensazione, in realtà, è che quando saranno gli elettori a dare i voti, il «sei meno» dato da Bersani sarà solo un lontano - e rimpianto - ricordo. Fortuna, poi, che a nessuno è venuto in mente di chiedere ai vari D'Alema, Veltroni o Franceschini che voto assegnerebbero al loro segretario per il 2010. Il problema a quel punto sarebbe stato che - probabilmente - per una volta, le prime donne del Pd sarebbero state tutte d'accordo. Na. Pie.