Renata "Robin Hood" fa causa a 11 banche
Altro che il ministro dell'Economia Tremonti che voleva diventare Robin Hood alzando le tasse ai petrolieri «per dare un po' di più a chi ha bisogno». La governatrice del Lazio, Renata Polverini, denuncia direttamente le banche. Per la precisione undici istituti di credito, a cui chiede di restituire 82,8 milioni di euro di costi occulti applicati a operazioni con derivati effettuate negli anni passati. Ovviamente la presidente del Lazio vuole anche gli interessi e pretende che vengano riconosciuti all'istituzione pure i danni. Le citazioni in giudizio sono state notificate alle banche nei giorni scorsi. «Abbiamo controllato le operazioni sui derivati del periodo tra il 1998 e il 2007, un lavoro incredibile che ci ha impegnati giorno e notte per tre mesi l'estate scorsa - ha spiegato la Polverini - La Regione si è vista addebitare oltre 82 milioni di costi occulti. Per cui abbiamo già intrapreso le vie legali nei loro confronti». L'assessore al Bilancio Stefano Cetica ha precisato che ci si è fermati al 2007 perché in quell'anno è stata varata la legge che impedisce le operazioni sui derivati bancari: «Noi ci siamo mossi spontaneamente, non abbiamo atteso, come spesso invece capita, che ci chiamasse la magistratura o la Corte dei conti». Cetica ha spiegato che si tratta di fondi relativi a 8 strumenti di debito: 2 mutui, 5 emissioni di buoni regionali e un'operazione di cartolarizzazione. Le cifre richieste ai singoli istituti bancari non sono di poco conto: Unicredit 3,2 milioni; Merryl Lynch 11,2; Ubs 28,7 milioni; Citigroup 11,8; Deutsche Bank 0,2 milioni; Jp Morgan 3,3; Dexia 8,5 milioni; Lehman Brothers 7,3; Bnl 1,3 milioni; Defpa Crediop 3,2; Barclays 2,7 milioni. E se a qualcuno potrebbe sembrare strano che il Lazio se ne sia accorto soltanto ora, benché si siano alternate tre giunte diverse, la governatrice non entra in polemica e si limita a un semplice: «Ora ci siamo noi». Ma non è tutto. Il sospetto degli uffici del bilancio è che ci siano altre somme, incassate indebitamente dalle banche che la Regione potrebbe recuperare: «Faremo ulteriori approfondimenti», ha detto Cetica. Il Pd non ci sta: «Chiediamo all'assessore - spiega il consigliere Claudio Mancini - di illustrare la situazione in sede di Commissione bilancio che chiedo venga convocata con urgenza. In quella sede credo sia necessario indicare precisamente una per una tutte le 8 operazioni per cui intende fare causa a 11 banche, indicando anche la data di stipula di ogni singola transazione. Credo che così la sua denuncia potrebbe avere maggiore credibilità. Da parte nostra - conclude - non c'è alcun problema visto che non abbiamo scheletri nell'armadio, nonostante si vadano cercando, con segugi al seguito, da ormai nove mesi. Dunque è lecito nutrire dubbi su tutta la denuncia che sembra fatta apposta per deviare l'attenzione da un bilancio deficitario che è andato in porto solo grazie al senso di responsabilità del Pd». Non usa mezzi termini l'ex assessore al Bilancio della Giunta Marrazzo, Luigi Nieri: «Siamo contenti che la giunta Polverini abbia deciso di proseguire il lavoro avviato dalla precedente amministrazione per il contrasto dei derivati. È stato questo, infatti, uno dei temi al centro delle iniziative economico-finanziarie della passata legislatura». E aggiunge: «La giunta precedente si è apertamente dichiarata contraria a qualsiasi operazione di finanza creativa che aveva, sino ad allora, caratterizzato l'attività della Regione Lazio. Una convinzione che, materialmente, si concretizzò con la decisione di non stipulare alcun derivato. La giunta Marrazzo, per accendere mutui, ricorse a Cassa depositi e prestiti». La Polverini si sottrae dalle polemiche e mostra con orgoglio il bilancio approvato pochi giorni fa. Niente «tagli indiscriminati e orizzontali, malgrado quel che dice l'opposizione» ma «un'attenta verifica della spesa, fatta controllando non solo come si forma ma anche come si eroga». Tra i capitoli più rilevanti della manovra, la casa (un miliardo in 10 anni per l'edilizia sovvenzionata), la famiglia («con una legge quadro, già finanziata, da subito»), il sociale, la cultura (fondi per il Museo della liberazione e ingresso nel Maxxi e nella Quadriennale), il trasporto pubblico locale, lo sport (20 milioni per nuovi impianti), opere pubbliche. Se poi il Lazio riuscirà a vincere la sua battaglia contro le banche (roba da miracolo), allora i soldi da spendere si moltiplicheranno e la Polverini, con un bel vestito verde, potrà davvero entrare nel mondo delle fiabe.