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È uno dei «rottamatori» del Pd e non si ferma

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GiuseppeCivati, consigliere regionale della Lombardia, non è uno che le manda a dire. Esorta il segretario Bersani a essere più coraggioso e tende la mano a Vendola e Di Pietro. Resta piuttosto scettico sulla strategia del segretario di andare a rimorchio di Fini e si schiera a favore delle primarie. Non solo. Invita il partito a essere più chiaro e a concentrarsi sulle cose da fare e non sulle alleanze a tavolino. Onorevole Civati, ieri sono stati gli ulivisti, con una lettera al Corriere della Sera, a protestare con Bersani. Nei giorni scorsi è toccato ai popolari e ai veltroniani. Non c'è pace nel Partito democratico... «Bè la critica degli ulivisti è ragionata. Il loro disagio è vero. Il punto è che c'è bisogno di un rapporto più stretto fra la segreteria e le varie sensibilità del partito. Serve più discussione». Mi scusi Civati ma non c'è già troppa discussione nel Pd? La percezione è che state sempre a litigare senza decidere niente. «È vero, è una maledizione che il Pd subisce dalla nascita. Invece a un certo punto il dibattito dovrebbe finire orientando una proposta politica. Il problema è che questo non accade». Dove sbaglia Bersani? «Deve avere più coraggio, deve porsi come leader, confrontarsi con Di Pietro e Vendola e aprire fronti di discussione con altre forze sulla base delle cose da fare e non delle alleanze. Insomma il procedimento è sbagliato». Sembra che il Pd stia andando verso Fini e il terzo polo e snobbando Vendola e Di Pietro. «È un errore, serve chiarezza. Bersani guarda a Fini? Va bene, ma ci dica cosa si può fare con lui». Cosa si può fare con lui? «Realisticamente soltanto la legge elettorale». Si lamentano anche i cattolici del Pd... «Su questo ho una tesi precisa: la rappresentazione di un Pd che sta a sinistra spinge i moderati fuori. Ma la realtà non è questa. Sì, sono usciti Rutelli e la Binetti ma i popolari sono rimasti nel Pd». Ma ci sarà mai una sintesi tra le diverse anime del partito? «Sì ma deve essere più chiaro il nostro ruolo nello scenario politico. Qui ogni settimana cambia lo schema di gioco. Per questo poi la gente preferisce Vendola». Del resto sembra che Vendola riesca a raccontare meglio le sue idee di Bersani... «Dovrebbero lavorare insieme». Bersani preferisce Fini... «Il Pd è più forte politicamente con Sinistra Ecologia Libertà e Italia dei Valori. Ed eventualmente gli altri che condividano le nostre proposte». Secondo lei con questi leader il centrosinistra potrebbe mai vincere le elezioni? «Si vince soltanto se questa classe dirigente decide di parlarsi e smette di scriversi lettere sui giornali, se riesce, insomma, a parlare ai cittadini. Perché Vendola sembra un leader nuovissimo e Bersani vecchio?». E sulle primarie che ne pensa? Il Pd le ha inventate ma ora sono tanti gli esponenti che ne vorrebbero fare a meno. «Ma il Pd non potrebbe cambiare le cose che non funzionano e lasciare stare quelle che funzionano?». Sì ma ultimamente le primarie hanno fatto vincere candidati non del Pd... «D'accordo ma il problema è che anche dove il Pd vince le primarie, come è successo a Trieste, non lo dice e dunque nessuno lo sa». Lei, insieme con il sindaco di Firenze Renzi, ha dato vita ai «rottamatori». Continuerete su questa strada? «Certo, il nostro viaggio continua. Il 16 gennaio saremo a Bologna per un'iniziativa locale a sostegno delle primarie del centrosinistra e dei suoi candidati, poi organizzeremo altri eventi nazionali. Il nostro sito, prossimaitalia.it, va benissimo. Non abbiamo alcuna intenzione di fermarci».

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