Scilipoti manda Veltroni in Africa
Avrà fatto il salto della quaglia, preferendo Berlusconi al segretario del suo partito che, peraltro, è il più antiberlusconiano di tutti (Di Pietro). Eppure non ha fatto mai una piega. S'è preso qualsiasi genere di offesa dai banchi dell'opposizione quando a Montecitorio ha scandito il suo no alla mozione di sfiducia al governo. Ha sopportato le domande maligne dei giornalisti (tipo: onorevole è vero che l'hanno pagata?). Non ha mai (o quasi) perso la calma. Domenico Scilipoti, diventato celebre nel giro di una votazione, ha continuato a ingoiare rospi. Ma uno proprio non gli è andato giù: Veltroni che a «Ballarò» lo ha definito «scalmanato». Probabilmente l'ex segretario del Pd aveva in mente l'intervista di Scilipoti a «Un giorno da pecora», passata anche nei Tg, in cui, in effetti, Scilipoti non è stato proprio misurato. Anzi. Replicando alle accuse, ha sbottato: «Sono pronto ad affrontare anche fisicamente chi dice queste cose». Pazienza se «Scili», come lo chiamano ormai in Transatlantico, sia alto un metro e sessanta e non incuta propriamente terrore. Pazienza. Perché lui di fronte all'ex sindaco di Roma non ci ha visto più. «Adesso vengo definito anche scalmanato. Se scalmanato significa cercare di difendere gli interessi degli italiani e la propria dignità, allora lo sono e non me ne vergogno» ha tuonato Scilipoti. Ma questo è niente. Perché l'ex deputato dell'Idv ha messo a confronto la sua attività di parlamentare con quella di Veltroni. Ebbene: «In due anni e mezzo ho prodotto 28 proposte di legge come primo firmatario, 133 interrogazioni parlamentari, 37 ordini del giorno mentre l'onorevole Veltroni, nello stesso periodo di tempo, ha prodotto 10 proposte di legge, 12 interrogazioni parlamentari e 1 ordine del giorno». Ma questo è niente perché nel curriculum di Scilipoti ci sono anche, come si legge nella scheda che ha consegnato ai giornalisti il 14 dicembre, «300 conferenze sul territorio italiano, 10 conferenze all'estero, 200 riunioni a Palazzo Marini con gruppi di lavoro rappresentanti dei cittadini, 500 comunicati stampa». Numeri da far invidia al lotto. Altro che battute e battutacce. Scalmanato? Non se ne parla. Dunque, lanciato il curriculum parlamentare, arriva l'affondo: «Sarebbe finalmente ora che un politico come l'onorevole Veltroni, dopo oltre 30 anni di presenza in Parlamento, come aveva promesso, vada a lavorare in Africa». In effetti quando era sindaco, Walter aveva più volte annunciato la sua intenzione. Poi scelse di fare una diversa opera di volontariato: «salvare» il centrosinistra portandolo alla definitiva vittoria contro Berlusconi. Non è andata proprio così. Ma a Scilipoti non basta. Il deputato del Movimento di Responsabilità nazionale non rinuncia alla ciliegina sulla torta: «Per la cronaca - conclude - da anni, in silenzio, sto aiutando il popolo dello Stato di Bahia con un progetto anche da me finanziato». Non dimenticherà di mandare una cartolina all'ex segretario del Pd.