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De Magistris sfida Di Pietro: nell'Idv c'è una questione morale

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Alanciare l'offensiva è un terzetto formato da Luigi De Magistris, Sonia Alfano e Giulio Cavalli. Si tratta di tre esponenti dell'ala più movimentista dell'Idv; De Magistris, in passato, aveva già recitato la parte dello sfidante di Di Pietro, salvo poi trovare un accordo all'ultimo congresso nazionale. I tre, citando Enrico Berlinguer, non esitano a parlare dell'esistenza di una «questione morale» all'interno del partito che ha fatto della lotta alla corruzione la sua ragione di vita, e invitano energicamente Di Pietro a compiere «una brusca virata» per ripristinare «giustizia e legalità » facendola finita una volta per tutte con i «signori delle tessere». Ma Di Pietro reagisce a muso duro, sostenendo che chi lo critica lo fa solo per prendere il suo posto. E rinvia lo scontro a una riunione dell'esecutivo del partito che si terrà a gennaio. Tutto lascia pensare che quella riunione non sarà una passeggiata. La lettera dei contestatori pone il problema con estrema durezza: «Nell'Idv – sostengono i tre – c'è una spinosa e scottante "questione morale", che va affrontata con urgenza, prima che la stessa travolga questo partito e tutti i suoi rappresentanti e rappresentati». La risposta, in un partito leaderistico come l'Idv, non può che essere una, e porta direttamente a Antonio Di Pietro. Secondo il filosofo Paolo Flores d'Arcais, direttore della rivista «Micromega» e sostenitore della denuncia di De Magistris (sul sito della rivista c'è anche un sondaggio a sostegno), la presenza nell'Idv di persone come Scilipoti e Razzi non nasce per caso, ma sarebbe figlia di una logica: quella di Di Pietro che, dopo aver visto alle europee il successo dei movimentisti alla De Magistris, temette di vedersi sfilare il partito e rispose rafforzando una struttura costruita attorno a dirigenti locali «spesso di provenienza Udeur e comunque adusi alla transumanza politica». Davanti a questi colpi di fuoco amico, Di Pietro risponde mettendo da parte la diplomazia: «La critica soltanto, senza apporto costruttivo, è critica fine a se stessa», scrive in un messaggio sul suo blog dal quale trapela tutta la sua irritazione. Sulla «vergogna» di Scilipoti e Razzi, il leader dell'Idv osserva: «Alcune persone ci hanno lasciato, altre persone si sono dimostrate non all'altezza, a volte non all'altezza morale, della situazione, e noi le abbiamo anche espulse. Se dovessimo trovare altre situazioni poco chiare, provvederemo di conseguenza». Ma dietro le critiche dei tre contestatori, il leader dell'Idv intravede un progetto che ha poco a che fare con il caso Scilipoti: «Non è che chi critica ha sempre ragione. A volte chi critica è interessato a prendere lui stesso il posto di chi viene criticato».

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