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Il Pdl è un partito da ricomporre

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Laraccolta di tutto questo lavorìo che avrebbe spezzato le reni a chiunque, possono essere le lacrime di Stefania Prestigiacomo che offre agli avversari del centrodestra altro materiale per dimostrare la loro esistenza in vita e l'improvvida uscita della Lega proprio nel momento in cui si sta cercando di allargare la base parlamentare sulla quale poter contare? Ma non prendiamoci in giro. Si sta tirando la carretta da parte del Pdl, dei suoi gruppi parlamentari, della sua classe dirigente, nei limiti del possibile, e per tutta risposta c'è sempre qualcuno che aggiunge tormenti inutili e talvolta anche di difficile comprensione. Berlusconi, naturalmente, non può far finta di niente, per quanto debba, nelle presenti circostanze, fare buon viso a cattivo gioco. Ma a tutto c'è un limite. Anche alle fisiologiche (quando lo sono, ovviamente) fibrillazioni che in tutte le coalizioni politiche si manifestano e non sempre nei tempi giusti e nei modi appropriati. Tuttavia che proprio mentre si sta studiando il percorso verso l'apertura della seconda parte della legislatura, invece che ricorrere un'altra volta alle elezioni anticipate, si levino i dissensi di questo o di quella, di tale gruppo o di talaltra componente è francamente inaccettabile. Se il voto del 14 dicembre ha avuto un senso, esso è racchiuso tutto nella volontà del Parlamento, e dunque della maggioranza, di andare avanti al punto che sono state ridotte al silenzio le prefiche che già s'erano incamminate verso il funerale dell'esecutivo e si apprestavano ad indossare subito dopo le vesti dionisiache delle etere festanti intorno ad un qualche governo di cosiddetta «responsabilità nazionale», volgarmente il governo del ribaltone. Non è allora il caso che si riguadagni un po' di sobrietà da parte di tutti e si cerchi di acquistare credibilità e consensi all'interno ed all'esterno delle istituzioni mettendo il Paese finalmente in sicurezza e consentendo al Cavaliere di completare il programma sul quale ha raccolto una messe imponente di voti? Beninteso, queste considerazioni trascendono la vicenda della Prestigiacomo: non è lei la pietra dello scandalo, ma una diffusa sufficienza che mi sembra abbia contagiato, non certo negli ultimi tempi, il Pdl e l'intera maggioranza nel porsi la questione dell'avvenire del centrodestra. Se responsabilmente, ognuno per la parte che gli compete, avesse lavorato in questi mesi travagliati anche con un occhio al «dopo» che inevitabilmente arriverà, è probabile che la situazione sarebbe diversa. Si ha l'impressione, invece, che il particolare abbia fatto premio sulla visione generale delle cose aggiungendo lacerazioni a lacerazioni con il risultato che ricomporre la trama di un disegno politico è diventato maledettamente difficile. La speranza è che Berlusconi, semmai la maggioranza dovesse riuscire nell'intento di allargare la maggioranza, faccia tesoro delle criticità che ha dovuto domare e si chieda se non sia il caso di ricomporre partito e governo secondo altri criteri, magari più meritocratici e meno scenografici. Nell'interesse dell'Italia, naturalmente.

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