Berlusconi non media più: "E adesso cresciamo"
Un uomo che non vuole trattare più con nessuno. Un Berlusconi che va dritto per la sua strada. Senza temere nulla in Parlamento, dove anzi è sicuro di aumentare i numeri della maggioranza. Ma che non sta più a inseguire nessuno. Glissa sul caso Prestigiacomo. Anzi, si affretta a dire che è chiuso e che lui è intervenuto solo telefonicamente. Non sente la mancanza di Fini. Anzi, è convinto che senza di lui si può governare meglio. E ammette, per la seconda volta in poche settimane, che nel 2013 potrebbe anche non candidarsi come premier. Si potrebbe fare avanti un giovane e lui si limiterà a dare una mano. Insomma, un Berlusconi sereno quello che si presenta a Villa Madama per la conferenza stampa di fine anno. Che evita i soliti scontri con i giornalisti dell'Unità e del Tg3, immancabili soprattutto in questo appuntamento. Anzi, si mostra persino ecumenico. A qualcuno dà del tu, a un altro ricorda quando lo voleva candidare nelle liste di Forza Italia, a un'altra fa gli auguri perché proprio ieri compiva gli anni. Un Cavaliere che si sente come un Grande Papà, fa il buon padre di famiglia, salvo che accettare i consigli di mostrarsi almeno moderato: va avanti senza freni ma con toni soavi, senza diplomazia ma senza dichiarazioni di guerra. Come chi sente che non ha nulla da perdere ma non vuol buttare tutto a mare. Il suo discorso appare più che mai chiaro e lineare. Questo sono io, queste sono le cose che voglio fare: chi ci sta, bene e chi non ci sta, tanti saluti. Se riuscirà a governare, meglio. Altrimenti avanti con il voto. Maggioranza più ampia. «Posso governare e sono sicuro di poter ampliare la maggioranza», sottolinea il premier. E fissa anche un numero: 325 deputati con lui. Attualmente sono 314, mentre l'opposizione è a quota 311. Dunque una decina di deputati è in arrivo tanto che Berlusconi conferma l'intenzione di arrivare a costituire due nuovi gruppi parlamentari, quello della Responsabilità nazionale, e uno della Vita con i cattolici fuoriusciti dal centrosinistra. Ci tiene a sottolineare che non esiste alcun calciomercato: «Non c'è mai stato e nessuno ha promesso posti a chi ci ha appoggiato». Vuole andare avanti, l'opzione elezioni è da allontanare per il momento: «Il presidente Napolitano ha detto che tutte le persone di buon senso considerano irragionevole andare alle elezioni e non possiamo che essere d'accordo con lui». Rivendica il fatto che non è Bossi ad avergli imposto la linea, bensì il contrario: «Ho dato io alla Lega il termine di gennaio come data ultima per capire se si può governare o meno. Se non potremo farlo meglio andare al voto, che sono sicuro di vincere». Tavolo con i terzisti. Il premier considera «ragionevole» parlare con il Terzo Polo per trovare un'intesa. Anche perché, fa sapere, ci sono posti di governo «disponibili» per quei partiti attualmente esterni alla maggioranza che dovessero decidere di sostenere l'esecutivo. Ciao Fini. Forse è l'unico passaggio nel quale il Cavaliere visibilmente si trattiene. «Non sono intervenuto finora e non vorrei intervenire: la risposta è nella domanda», afferma il premier. Poi si lascia scappare: «Il presidente della Camera deve esser "super partes" e questo non è stato - spiega - Soprattutto ora, dopo che è stato eletto con una maggioranza ed è passato ad essere leader di un partito che è si è collocato all'opposizione. Ci sono altri altri sei-sette motivi ma non ne parlo». E ricorda «l'ultimo incontro che ho avuto con lui: io, quarta carica dello Stato, sono sempre stato riguardoso ed ho sempre accettato di andare io da Fini, terza carica dello Stato, ogni volta che lui ritenne di invitarmi. Quando mi disse che voleva fare gruppi autonomi, lo scongiurai per tutta la durata di quella colazione e sulla porta gli dissi che non sarebbe mai riuscito a litigare con me perché per litigare bisogna essere in due. Mi guardò in modo fisso e freddo e mi rispose: "Sì, ma per divorziare ne basta uno solo...". Io lì capii che era una cosa lungamente preparata e determinata». Quindi l'addio: «Con Fini non ritengo ci possa essere un riavvicinamento per il modo in cui si è sviluppata questa situazione». Soldi ad Arafat. Apre i cassetti della memoria e rivela: «Da trent'anni mi occupo» del conflitto israelo-palestinese, «una ferita aperta». «Fino in fondo ebbi la speranza che Arafat fosse l'uomo giusto per arrivare alla pace» e «finanziai il leader palestinese». In Tribunale. Il capitolo più delicato, quello sulla giustizia. Anzitutto il Cavaliere annuncia: «Non l'ho detto stamattina l'ho detto a Matrix: andrò a difendermi anche nelle aule dei tribunali ma spiegherò» le mie ragioni «agli italiani che mi onorano del 56,4% di gradimento». Assicura che non è «preoccupato» di una eventuale condanna nel processo Mills, perché si dice certo che quando avrà spiegato in Tv e sui giornali le sue ragioni, poi i pm «non si esporranno a pubblico ludibrio». Da certi pm ci sono invenzioni su di me che hanno dell'incredibile» per questo forse sarebbe opportuna «una Commissione bicamerale per verificare se non ci sono dentro la magistratura associazioni a delinquere a fini eversivi». Rifiuti. Denuncia: «C'è una manovra contro il governo» per non far risolvere il problema. Passo indietro. In vista del voto del 2013, se la legislatura dovesse arrivare a termine, il premier si dice convinto che stiano crescendo nuove forze assolutamente capaci di diventare presidente del Consiglio e portare avanti il Popolo della libertà e il centrodestra. Mi auguro si appalesino e che io possa partecipare alla campagna elettorale per dare il mio contributo, ma interrompere lì il mio impegno che è un grande sacrifico». Il pensiero corre veloce ad Angelino Alfano. Niente politica per i figli. Gli viene allora chiesto se scenderà in campo Marina: «Assolutamente no, glielo impedirei», risponde secco. «Ho la fortuna di avere cinque figli molto bravi che mi danno orgoglio, direi che proprio non devono essere tentati dalla politica», chiosa. Altra battuta su Barbara, che ha avuto da ridire sulle «debolezze» della sua vita privata: «Non c'è stata mai nessuna debolezza - ribatte Silvio - i figli sono influenzabili dalle madri, in tutte le famiglie ci sono situazioni di questo genere. Io voglio bene a Barbara, ma in questa situazione ha subito qualche influenza». Letta sul Colle. «Io mi auguro che con le nuove elezioni ci sia una maggioranza capace di eleggere un presidente della Repubblica di centrodestra, dopo tre di centrosinistra». Dice di avere un nome in testa, non il suo, ma di non poterlo fare.