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Napolitano allontana il voto

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

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{{IMG_SX}}«Decisivo è in Italia un salto di qualità della politica». Usa parole semplici il presidente Napolitano, nel suo discorso di auguri alle alte cariche dello Stato. Un appello nato da un'attenta analisi della situazione in cui versa l'Italia a iniziare dalla crisi economica e dai tanti problemi irrisolti passando per le riforme non fatte e per finire con i nodi non sciolti e soprattutto con le tensioni politiche. Una serie di elementi che potrebbero mettere a rischio il futuro del Paese ed è per questo che il Capo dello Stato ha chiesto alla politica di «fare un salto di qualità» sviluppando «un nuovo spirito di condivisione». Nel discorso più atteso dell'anno, pronunciato al Quirinale davanti alle alte cariche dello Stato e ai leader politici e sociali, presenti da Berlusconi a Bersani, il presidente Napolitano ha voluto, così, puntare l'indice contro una classe dirigente che si è chiusa in se stessa in una «quotidiana gara delle opposte faziosità». Avverte: «C'è stanchezza», «è in gioco la moralità e la dignità della politica». Quella del ricorso alle urne anzitempo, per il Capo dello Stato è una «improvvida prassi italiana». Lui, invece, continuerà a lavorare per la «continuità istituzionale». E aggiunge: «Sono tenuto a resistere, nell'interesse generale, all'improvvida prassi degli scioglimenti anticipati delle Camere, specie in periodi così gravidi di incognite». Spetta a me, per quanto si tenti «beceramente di sminuirlo a parole», il potere di scioglimento, ha aggiunto il presidente della Repubblica, ma non dipende solo da me: dipende soprattutto dal fatto che vi sia o meno «la prospettiva di un'efficace azione di governo e di un produttivo svolgimento dell'attività delle Camere». Un lavoro sicuramente impegnativo per l'ottantacinquenne presidente della Repubblica guidato però dalla sua bussola: la Costituzione. Quella Carta che ha fissato regole e ha instaurato una prassi «cui intendo doverosamente attenermi, nei limiti del mio ruolo e delle obiettive possibilità, tenendo ben conto della volontà espressa dal corpo elettorale nel 2008». Nel suo discorso Napolitano ha voluto lanciare un ulteriore appello alle parti politiche: «È essenziale un nuovo spirito di condivisione che conduca le forze politiche e le forze sociali a individuare, fuori da ogni schema e contrapposizione pregiudiziale, in temi, le esigenze, le sfide ineludibili per qualsiasi soggetto rappresentativo responsabile». Per farcela è quindi necessario guardare in modo impietoso alle debolezze da superare, alle sfide da non perdere e serve una piena consapevolezza dei rischi che si corrono. «Una consapevolezza dalla quale oggi siamo lontani», ha detto. «Ne sono lontani i fatti e le amare cronache delle politica, i contenuti e i toni di una continua contesa che tanto incide negativamente sulla vita delle istituzioni repubblicane, soprattutto a livello nazionale, impedendo loro più fecondi confronti, precludendo loro più soddisfacenti risultati». Infine Napolitano ha voluto chiudere il suo discorso affrontando due temi a lui molto cari: la riduzione del debito pubblico per la quale ha chiesto che l'Italia mostri «un impegno forte e continuativo fuori da ogni schema e contrapposizione pregiudiziali» e la difesa della moneta unica. L'Italia non può che essere in prima linea nel sostenere lo sviluppo dell'integrazione europea e a difesa dell'euro continua il Capo dello Stato che in chiusura comemnta: «Idee quali quella del presidente dell'Eurogruppo Junker e del ministro Tremonti sull'emissioni di Eurobond per gestire una parte del Debito pubblico europeo, meritano di essere considerate con apertura ed attenzione».

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