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Ecco il piano di battaglia degli studenti

Assemblea alla Sapienza per definire le strategie sul corteo di mercoledì a Roma

AUDIO ESCLUSIVO - "Blocchi e blitz"

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Ignorare i divieti. «Dribblare» la zona rossa. Creare diversivi e confondere le forze dell'ordine. Blocco delle strade. Poi l'assedio ai Palazzi del potere. Non solo Montecitorio e Palazzo Madama ma anche i ministeri. Coinvolgimento dei sindacati. Sciopero generale. E a gennaio l'accerchiamento del dicastero della Pubblica Istruzione in viale Trastevere. È il piano degli studenti de La Sapienza. L'esordio domani con il corteo che sfilerà a Roma contro il ddl Gelmini. Appuntamento: ore 9.30 in piazzale Aldo Moro. La strategia degli universitari è un grido lanciato dall'aula I della facoltà di Lettere, in un lunedì pomeriggio che mette in scena la maratona delle riunioni degli studenti. A parlare è Luciano, del colletivo «Ateneinrivolta». È lui a gestire l'assemblea di Ateneo. Quella finale. Luciano è colui che in gergo studentesco è chiamato «comunicatore». Tratta. Accoglie proposte. Rilancia. E indica la strada ai «compagni». Il tono è deciso. Di chi è pronto a mettersi alla testa della manifestazione di domani, una settimana dopo la guerriglia urbana che ha devastato il centro della Capitale. «Il 22 - esordisce - è un'occasione per ribadire che la nostra non è una lotta in difesa dell'esistente, che anche se la riforma Gelmini non passa le nostre condizioni di vita sono comunque messe in pericolo da questo governo. Vogliamo rilanciare la necessità di un conflitto sociale più ampio». I trecento tra i banchi dell'aula lo ascoltano in silenzio.   «Per tre mesi ininterrotti - spiega il "comunicatore" - abbiamo assediato Montecitorio e Palazzo Madama. Adesso la nostra necessità è rilanciare una prospettiva più ampia anche dicendo chiaramente che della zona rossa che stanno imponendo loro (le forze dell'ordine, ndr) noi ce ne freghiamo alla grande. La aggireremo, perché il clima da G8 che stiamo vivendo ci imbottiglia solo nel discorso "zona rossa sì zona rossa no". Noi da questo imbuto dobbiamo uscirne». I «compagni» battono le mani. Ed è a questo punto che il "comunicatore" detta la linea. L'obiettivo è creare un «effetto sorpresa». «Un modo - urla ai suoi - è puntare anche su altri obiettivi. Dobbiamo spiazzare le forze dell'ordine e tutto il sistema mediatico. Assedieremo altri Palazzi, come ad esempio il ministero della Pubblica Istruzione perché è da lì che adesso passa la diretta applicazione della riforma Gelmini. Dopo aver snobbato per molto tempo quel Palazzo adesso dobbiamo ricominciare a puntarlo. L'altra necessità è iniziare a parlare dello sciopero generale. È incredibile: siamo l'unico Paese dell'Unione europea che non ha fatto un'ora di sciopero generale. È incredibile che gli studenti siano l'unico motore sociale, anche se dobbiamo dire che il 14 dicembre c'erano anche quelli di Terzigno e dell'Aquila. Ma resta il fatto che siamo un po' troppo soli e troppo avanti rispetto agli altri». Avanti soprattutto «al sindacato di questo Paese. Quindi - spiega Luciano - un'altra idea è pungolare la Cgil per portarli in piazza già il 22 dicembre». Giorni in cui i manifestanti proveranno anche «a fare dei blocchi stradali come segno di protesta pacifica. Dobbiamo scardinare il clima di terrore che si sta creando intorno a questo corteo. La vera violenza è quella che sta dalla parte di un governo che consente quello che sta succedendo sul corpo dei migranti, delle donne, dei morti sul lavoro, nelle discariche, sui tagli, i licenziamenti. E questo lo dobbiamo dire col sorriso sulle labbra».   Ma la loro paura è assistere a un corteo «magro», in cui la partecipazione è bassa. Gli universitari fuori sede, in queste ore, stanno ripartendo verso casa per passare le vacanze di Natale in famiglia. E i giovani liceali sono frenati dai genitori che, visti gli scontri in piazza della settimana scorsa, mettono il veto alla loro adesione. In più di un'assemblea di facoltà emerge una paura: si teme un flop. Anche per questo i "comunicatori" de La Sapienza ripetono allo sfinimento l'importanza di esserci domani con megafoni e striscioni. In attesa, già oggi fioccheranno le prime iniziatove studentesche nella Capitale.   Il centro storico sarà «presidiato» da piccoli gruppi che parleranno alla gente in strada intenta a fare shopping e distribuiranno volantini. Cinque ragazzi in sciopero della fame, assieme ai loro sostenitori di abbiamofamedicultura.splinder.com, terranno una lezione sulla riforma nel pomeriggio a Campo de' Fiori. Alle 16, in piazza Montecitorio, andrà invece in scena un flash mob. Un po', fanno sapere gli studenti, per prendere in giro il presidente dei senatori del Pdl Maurzio Gasparri, che parla di manifestazioni frequentate da potenziali assassini. Un po' per ammorbidire i toni della protesta. In attesa di domani, quando la strategia decisa ieri in assemblea vedrà semaforo verde.

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