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E Rifondazione dà consigli su come occupare le scuole

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Il vademecum dello studente contestatore è servito. Anzi, per essere corretti, «la cassetta degli attrezzi dello studente» è pronta per essere messa nelle mani di tutti coloro che, come riporta la prefazione al testo firmata dai Giovani Comunisti, il gruppo giovanile di Rifondazione Comunista, «vogliono incidere all'interno delle dinamiche che gravitano attorno al mondo della scuola». Una cassetta degli attrezzi che non contiene né martelli né, tantomeno, tenaglie ma che, come continua la prefazione, «risponde con immediatezza alle necessità cognitive dei rappresentanti degli studenti, di chi fa politica in un collettivo, di chi vorrebbe crearne uno e non sa come, di chi vive la scuola come un disagio, ma non riesce ad esprimerlo». Sette paragrafi, nove pagine, un titolo che invita «allo studio e alla lotta» e un logo di Rifondazione in bella mostra. Così si presenta il vademecum che illustra quali sono gli organi colleggiali della scuola, come funzionano le assemblee, racconta i diritti e i doveri elencati nello statuto delle studentesse e degli studenti ma, soprattutto, spiega come crare un collettivo studentesco, come organizzare un presidio o una manifestazione e, ancora più interessante, come occupare una scuola senza rischiare di essere denunciati. Insomma, un furbo inno alla disobbedienza. «L'occupazione si configura come uno dei metodi di mobilitazione e protesta maggiormente utilizzati nel corso degli anni da parte degli studenti» riporta la nota. E continua: «Prendere possesso dell'Istituto, tuttavia, compèorta dei rischi e delle responsabilità a carico degli studenti impegnati nella mobilitazione. da precisare che eventuali ripercussioni non sono ricondotte in alcun modo ai rappresentanti d'Istituto o ai Collettivi presenti nello stesso, i quali non sono legalmente responsabili dell'azione di protesta». I Giovani Comunisti incitano alla contestazione ma al tempo stesso cercano gli appigli giuridici per non cadere vittime delle proprie proteste. E così se da una parte fanno l'elenco dei possibili reati come «l'invasione di terreni o edifici , (art. 633 c.p.) e l'interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità (art. 340 c.p.)», dall'altra riportano le sentenze a cui fare appello: «Con sentenza del 30 marzo 2000 la II sezione della Corte di cassazione è intervenuta sul punto statuendo che "non è applicabile l'art. 633 alle occupazioni studentesche perché tale norma ha lo scopo di punire solo l'arbitraria invasione di edifici e non qualsiasi occupazione illegittima. (...) L'edificio scolastico, inoltre pur appartenedo allo Stato, non costituisce una realtà estranea agli studenti, che non sono dei semplici frequetatori, ma soggetti attivi della comunità scolastica e pertanto non si ritiene che sia configurato un loro limitato diritto di accesso all'edificio scolastico nelle sole ore in cui è prevista l'attività scolastica in senso stretto"». E se qualcosa dovesse andare storto? Nessun problema. «I Giovani Comunisti, come si legge alla fine del paragrafo, offrono assistenza legale agli studenti che ne fanno richiesta».

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