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Gasparri: servono arresti preventivi

Maurizio Gasparri con in mano la copia de Il Tempo che mostra la fotosequenza del

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«C'è bisogno di un nuovo 7 aprile 1978, una grande azione preventiva, un arresto immediato». Maurizio Gasparri è lapidario. Non vuole vedere la sua Roma diventare, per l'ennesima volta, il terreno di guerra tra studenti (e infiltrati) e le Forze dell'Ordine. E così, per evitare che in occasione dell'approvazione del ddl Gelmini prevista per dopodomani si ripetano gli scontri di martedì scorso, offre un'alternativa di sicuro impatto: «Una vasta e decisa azione preventiva». Il rimando storico che rievoca quando le forze dell'ordine arrestarono a Roma una gran quantità di manifestanti, logicamente, è da posticipare di un anno rispetto a quello ricordato da Gasparri, ma la sostanza non cambia: «Qui ci vuole una vasta e decisa azione preventiva - tuona il capogruppo dei senatori del Pdl – tanto si sa chi c'è dietro la violenza scoppiata a Roma: tutti i centri sociali. La sinistra, poi, per coprire i violenti cerca di indagare sugli infiltrati. Bugie. Chi protesta in modo pacifico e democratico va diviso dai vasti gruppi di violenti criminali che costellano l'area della sinistra. Solo un deciso intervento può difendere l'Italia». Parole che non hanno raccolto grandi consensi né all'interno del Pdl, né, tantomeno, al di fuori.  E così, se il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha dichiarato di non ritenere necessario «introdurre leggi speciali», è il leader di Sinistra Ecologia e Libertà, Nichi Vendola, a bocciare la proposta: «Con la consueta finezza argomentativa Gasparri propone una riesumazione dell'arresto preventivo che è annuncio di fascismo soprattutto quando parliamo di movimenti sociali che vivono in situazione di antagonismo senza rete. Gasparri - aggiunge - all'età di questi ragazzini aveva una attitudine a una violenza teppistica che forse ha dimenticato. Questo Parlamento non è la cattedra giusta per fare critica alla violenza». «Bisogna stare attenti, perchè l'interesse alla violenza è un interesse dei gruppi violenti, ma potrebbe diventare anche un modo di chi è al potere di rafforzare il proprio potere», ha tuonato Massimo D'Alema, ospite a «Che tempo che fa». E ancora: «È un gioco che abbiamo già visto anche in passato». Intanto la senatrice Anna Finocchiaro ha rincarano la dose. E così se il leader dell'Icv ricorda come «gli arresti preventivi sono le misure tipiche del Ventennio», la capogruppo a Palazzo Madama del Pd aggiunge: «Quello che propone Gasparri è contro la nostra Costituzione. Se Gasparri conosce nomi e cognomi le faccia. Sennò lasci lavorare e rispetti le autorità competenti senza avvelenare il clima con dichiarazioni provocatorie e parafasciste». Tutte illazioni per Gasparri che ribatte: «Vendola è solito dire sciocchezze per protagonismo e difende i violenti per le sue contiguità e la sua storia politica. Sono sempre stato contro ogni violenza e proprio per questo dico che chi protesta pacificamente va ascoltato, chi lo fa con violenza va arrestato». E alla Finocchiaro riserva parole ancora più dure: «Difficile prendere lezioni da chi, sbagliando gravemente, aveva parlato di infiltrati nella manifestazione che ha sconvolto Roma. Le forze dell'ordine attendono ancora le sue scuse. Fa sempre in tempo a dire di aver sbagliato a pronunciare parole assurde». Anche Fli non ha voluto astenersi dal criticare l'ex collega di partito e così Adolfo Urso si è unito al coro anti-Gasparri: «Crediamo necessario che le autorità competenti smentiscano quanto invocato stamane dal senatore Gasparri e che il Pdl prenda le distanze dal suo capogruppo al Senato» perché è «sbagliato soffiare sul fuoco e alimentare divisioni e contrapposizioni, anzi occorre agire insieme con responsabilità per evitare che la protesti degeneri in violenza».

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