Bersani apre al centro e in Italia nevica
Il segretario del Pd Pierluigi Bersani apre al centro. Sull'Italia nevica. Ci sarà un nesso causale? Se lo chiedono alcuni esponenti romani del Pd. Fatto sta che dopo l'intervista a Repubblica del segretario le polemiche non mancano. Bersani lancia un ponte verso il terzo polo e «sgonfia» le primarie. I big del partito sono d'accordo ma non la base. Critici anche i «rottamatori» di Renzi e Civati, Parisi e Marino. E se gli elettori del Pd, a giudicare dai commenti sul sito del partito, non vogliono aprire a Fini e Casini, preferendo ancora Di Pietro e Vendola, dal Nazareno spiegano che l'intenzione di Bersani non è affatto quella di rifiutare la sinistra. «Il segretario - dicono i suoi - non parla di un semplice accordo col terzo polo. Il progetto è più ambizioso, è una chiamata a tutti i soggetti politici di opposizione, di centro e di centrosinistra, a tutte le forze sociali per un'assunzione di responsabilità». Il leader dell'Udc Casini non chiude: da «valorizzare» è «l'autocritica rispetto a quanto fatto sino ad ora» e anche «la responsabilità di andare oltre è una cosa intelligente, perché andando contro non si costruisce niente e non si vince». Il numero uno dell'Idv Di Pietro continua a sollecitare il Pd a fare una scelta: «O noi o il terzo polo». Mentre Sel critica lo stop alle primarie (che cancellerebbero le ambizioni di Vendola) e l'alleanza con il centro: «Non si esce dal berlusconismo con chi ne è stato l'alfiere», dice Claudio Fava. La rotta indicata da Bersani trova invece consensi nel Pd. Anche nella minoranza critica di Modem. Paolo Gentiloni, ad esempio, apprezza e rivendica: «Subito dopo il voto del 14 dicembre noi del Modem dicemmo che si era aperta una nuova fase che imponeva più che mai una correzione di rotta. Ora anche Bersani lo riconosce». Walter Verini, braccio destro di Veltroni, invita a occuparsi prima del progetto e solo dopo di alleanze. Entusiasta Marco Follini: «Apprezzo la svolta al centro di Bersani. Mi pare che oggi sia sceso dai tetti e si sia insediato in un territorio di grande buonsenso». I «rottamatori» restano critici. «Qualcuno dice che il Pd forse non esiste più. E, dopo l'intervista di oggi, non ha tutti i torti», scrive sul suo blog Pippo Civati, che aggiunge: «Non si capisce che cosa faremmo con questa alleanza, dall'Anpi a Salò». Netto anche il centrodestra. Bonaiuti (Pdl) spiega: «Bersani dice piattaforma ma intende ammucchiata. Dopo il voto da cui è uscita sfiduciata, la sinistra propone la solita armata Brancaleone per cercare di sconfiggere Berlusconi». Infine per il capogruppo Pdl alla Camera Cicchitto «il Pd attraversa una crisi politica cosi profonda che Bersani è costretto a servirsi di Casini per esorcizzare Vendola ed evitare le primarie».