"Una cabina di regia dietro gli scontri"
Chi ha organizzato e gestito gli assalti alle forze dell'ordine? Chi ha materialmente portato in piazza e lanciato i fumogeni contro i blindati della Finanza e dei carabinieri? A queste domande ancora non c'è una risposta, ma magistrati, Digos e militari. Una vera e propria «cabina di regia» ci sarebbe stata dietro agli scontri nel corso della manifestazione contro il ddl Gelmini. Chi indaga ne è convinto, tanto che in queste ore gli inquirenti stanno raccogliendo le testimonianze di chi ha lottato con i criminali che hanno devastato la città e i filmati girati sia in maniera amatoriale sia dagli agenti dell'antiterrorismo che erano appostati sui tetti dei palazzi del centro per seguire il corteo e poi i manifestanti violenti. Tutto questo materiale sarà a disposizione nei prossimi giorni del procuratore aggiunto Pietro Saviotti e del procuratore capo Giovanni Ferrara. Insomma, per gli uomini della Digos e del Ros gli scontri con le forze dell'ordine sarebbero stati studiati a tavolino. Qualcuno avrebbe organizzato gli atti criminali nei giorni precedenti la manifestazione degli studenti: molti di questi sono anche rimasti vittime delle azioni violenze. L'obiettivo, adesso, è quello di individuare chi ha messo a ferro e fuoco la Capitale. Sicuramente non erano persone scese in piazza per protestare contro i provvedimenti del governo, ma solo per aumentare la violenza. Le indagini della procura di Roma, comunque, non si fermano al 14 dicembre, ma arrivano anche al 30 novembre scorso, quando furono occupati i binari della stazione Termini. Il numero dei denunciati, dunque, da quel giorno ad oggi, è salito a 81. Sono tutti accusati di manifestazione non preavvisata, oltre al blocco stradale, interruzione di pubblico servizio, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. La metà dei denunciati, si dovrà difendere anche dall'accusa di blocco ferroviario poiché impedirono la circolazione dei treni e quindi provocarono disagi ai passeggeri. I pm in settimana riceveranno i risultati dell'esame dei filmati degli scontri girati dalla polizia scientifica: l'attenzione è soprattutto puntata su chi ha dato fuoco ai blindati delle forze dell'ordine. La Digos sta infatti procedendo anche per il reato di incendio doloso. Nella Capitale, però, la calma potrebbe finire presto. E le forze dell'ordine ne sono al corrente. Tanto che si stanno preparando alle prossime manifestazioni. Sì, perché il rischio è che chi ha organizzato gli scontri del 14 dicembre potrebbe nuovamente mischiarsi agli studenti e provocare così nuovi disordini in città. E nella Capitale continua a crescere la tensione.