Calderoli chiede a Gesù più dicasteri al Nord
Povera Italia. Le buone maniere imporrebbero che alle vecchie signore in procinto di festeggiare 150 anni si portasse rispetto e invece il leghista Calderoli se ne è fregato. L’ha capovolta trasferendo la «Padania» a Sud e, come se fosse un albero di Natale, l’ha colorata e decorata con palline. Lo Stivale si trasforma in abete. Una caricatura di un albero di Natale usata come immagine per i biglietti d'auguri che il ministro Calderoli ha voluto realizzare per le festività del 2010. Come ogni albero di Natale che si rispetti, quello disegnato da Cadey, ha il suo puntale (un Sole delle Alpi con coda di stella cometa) e tante palline che, nell'immaginario di Calderoli, simboleggiano i vari ministeri dislocati in tutte le parti d'Italia: palle multicolori per identificare quelli posti nelle regioni del Sud e palle con il logo tipico della Lega per rappresentare la Consob e i dicasteri le cui sedi dovrebbero andare Nord. Calderoli così conferma su carta quella dislocazione anticipata già nei mesi scorsi. E così ecco che al Nord (momentaneamente posto a Sud) dovrebbero finire, oltre alla Consob, il Senato federale, e i ministeri dell'Economia, dello Sviluppo, dell'Istruzione, dell'Agricoltura e delle Pari opportunità. A Roma resterebbe il dicastero degli Esteri. Quello dei Beni culturali andrebbe in Toscana, mentre Ambiente, Interno e Difesa troverebbero posto, rispettivamente, in Campania, Calabria e Sicilia. Nella vignetta Calderoli, però, ha voluto rilanciare anche due vecchie battaglie del Carroccio. Ecco allora che sopra compare la scritta «stiamo ribaltando il Paese. Via da Roma i ministeri» e, in basso, «Federalismo, il sogno diventa realtà». E ancora, per dare qualche tocco natalizio in più, ecco che il ministro per la Semplificazione ha allegato una letterina in cui si legge: «Caro Gesù Bambino, per Natale vorrei in regalo l'approvazione del federalismo fiscale e per l'anno nuovo vorrei vedere tanti ministeri in Padania. Grazie». Una pensata davvero inusuale come messaggio di auguri e che ha dato il via a una ridda di polemiche. «Che vergogna!» è stato il commento del deputato del Pd, Jean Leonard Touadì, il primo a svelare l'esistenza del bigliettino incriminato. E l'Idv Leoluca Orlando denuncia: «Calderoli disprezza la Costituzione e strumentalizza il Natale». Per continuare con il futurista Adolfo Urso che commenta l'uscita del ministro leghista come l'apertura «della campagna elettorale» del Carroccio. Ma è dai politici della Capitale che viene la reazione più forte. «Ho protestato con Gianni Letta per questa grottesca trovata del ministro Calderoli», scrive in una nota il sindaco di Roma Gianni Alemanno. E la presidente della Regione Lazio Renata Polverini: «Abbiamo difeso sempre le istituzioni nella Capitale e continueremo a farlo». E mentre il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, parla di uno «scientifico progetto di impoverire la Capitale», Alemanno avverte la Lega che se l'iniziativa leghista va avanti, «tutti i parlamentari del Pdl, e in particolare quelli della nostra Regione, non potranno non trarne le dovute conseguenze nella commissione bicamerale che dovrà esprimere il parere obbligatorio sui decreti legislativi sul federalismo fiscale».