Berlusconi pesca ancora nell'Idv
La prossima settimana sarà decisiva per allargare la maggioranza. L'obiettivo è di avere un vantaggio di venti deputati per creare un nuovo gruppo parlamentare e essere «in sicurezza» in alcune commissioni strategiche. La campagna acquisti quindi è nel pieno. Dal Pdl fanno intendere che altri 3 deputati finiani sarebbero sul punto di abbandonare Futuro e Libertà mentre due sarebbero in arrivo dall'Italia dei Valori. L'orizzonte in cui si muove Berlusconi è ad ampio raggio. Oltre ai finiani c'è tutta l'area dei moderati del Pd che non sopportano la deriva radicale del segretario Pierluigi Bersani; c'è il mondo cattolico che ruota attorno alla Binetti e quello vicino alla Cisl di Bonanni. Le incursioni nel campo di Fli sarebbero guidate da Silvano Moffa, ora nel gruppo misto ma in avvicinamento al Pdl. È lui che conosce i punti deboli del partito di Fini e che ha il polso degli indecisi. Il premier nei giorni scorsi avrebbe avuto anche uno scambio di opinioni con il Cardinale Tarcisio Bertone. Il Vaticano non vede di buon occhio l'alleanza di Casini con Fini e starebbe facendo pressioni per un «ravvedimento» del leader centrista. Il terzo polo appare alla Santa Sede come un'aggregato di posizioni, cattoliche e laiche, con scarso futuro. Ma lo scardinamento di questo meticciato centrista è molto più complesso dell'acquisto di qualche singolo deputato. Berlusconi ha intenzione di procedere con piccoli passi di accerchiamento. Il che significa approfittare di ogni atto parlamentare per marcare la vicinanza con i centristi. Il Milleproroghe potrebbe essere una buona base d'incontro. Quando si era diffusa la voce che mancano i fondi aggiuntivi per il 5 per mille, il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, molto vicino ad ambienti cattolici, si è affrettato a dire che i tecnici sono al lavoro per riportare i fondi dagli attuali 100 milioni, fissati con la Legge di Stabilità, ai 400 ipotizzati. Una misura che sarebbe molto gradita ad ambienti moderati. Così pure la proroga dell'esenzione dei ticket sanitari per l'intero anno (ora è fissata, con la legge di stabilità, ai primi 5 mesi del 2011). La partita con l'Udc è più complessa. Casini finora ha smentito categoricamente qualsiasi tentazione a tornare nell'alveo berlusconiano ma nel Pdl fanno notare che «in diverse leggi ci sta dando una mano». È il caso del decreto sui rifiuti e anche in vista del voto di sfiducia al ministro dei Beni culturali Sandro Bondi «non ha chiuso la porta». Altri appuntamenti cruciali saranno quelli con il via libera definitivo della legge Gelmini sull'Università e con la riforma delal giustizia. Insomma nessuno nel Pdl dà per definitivamente persa la riconquista dell'Udc. Un'ottimismo che nasce anche dalla volontà di rompere l'accerchiamento della Lega che punta dritto al voto anticipato per definire quella golden share nella maggioranza che di fatto già possiede. Nella strategia degli acquisti ci sono da giocare anche le poltrone rimaste libere dopo la rottura con i finiani. Le postazioni da coprire sono quelle di Andrea Ronchi (ministro delle Politiche comunitarie), di Adolfo Urso (vice ministro per il Commercio con l'Estero), di Roberto Menia (sottosegretario all'Ambiente) e di Antonio Buonfiglio (Politiche agricole). C'è poi la poltrona di sottosegretario alle Infrastrutture prima di Giuseppe Reina dell'Mpa di Lombardo e di sottosegretario al Welfare dove era Pasquale Viespoli ora capogruppo al Senato di Fli. Altra poltrona libera è quella lasciata dall'attuale ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, prima viceministro con la delega sulle Comunicazioni.