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La rabbia di Cristiano: «Mai più in piazza»

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«Miterrò ben lontano dalle manifestazioni. Nei prossimi anni non parteciperò così assiduamente ma cercherò di fare forme di protesta personali, cose nuove e non solo i soliti cortei». Cristiano è disteso sul suo letto del reparto Maxillo-facciale dell'ospedale San Giovanni. È rabbioso. Oltre che stanco e ferito. È il quindicenne che martedì durante la guerriglia a Roma è stato preso a cascate in faccia da un suo coetaneo. Probabilmente perché lui, Cristiano, invece di tirare sampietrini e spranghe, alla polizia lanciava solo frutta. Una strategia troppo «soft» per i guerriglieri antagonisti. E ora si ritrova con una frattura scomposta del setto nasale, un ematoma cerebrale e una frattura dell'osso temporale, in attesa di essere operato domani. «Chi se lo immaginava - dice lo studente del liceo Mamiani (quartiere Prati) - che lanciando un po' di frutta mi sarebbe arrivato un casco in testa. Eravamo andati lì a manifestare con il motto "Lotta dura con la verdura" e poi sono stato aggredito». Di quegli attimi ricorda poco. Un urlo. Il buio. Poi solo il risveglio «poco dopo in una via vicino piazza Venezia dove mi hanno portato alcuni studenti che mi hanno soccorso. C'era anche un ragazzo che si teneva con la mano sull'occhio una kefià insaguinata: ha detto di esser stato colpito da uno dei lacrimogeni sparati dalle forze dell'ordine. Se tornassi indietro - confessa - mi terrei a distanza da quello che stava succedendo, però devo dire che è giusto protestare per avere una scuola migliore». I genitori, domani, nel giorno in cui Cristiano sarà operato, formalizzeranno la denuncia alla Procura di Roma. Anche se ormai, essendo i fatti di dominio pubblico, è già scattata d'ufficio. La Procura sta infatti acquisendo il video diffuso su Internet da diversi siti in cui viene ripresa l'aggressione del ragazzo avvenuta intorno alle 12,45 in pieno Centro storico: mentre il corteo passa lungo la strada parallela a via del Plebiscito e Palazzo Grazioli, residenza romana del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, è scattato un lancio di pietre, fumogeni e petardi contro la camionetta della polizia a protezione dell'area. Lo scontro diventa in un attimo assalto. E in mezzo al caos creato dai manifestanti più facinorosi ci finisce anche Cristiano. Che tira frutta ai celerini. E subito dopo è scaraventato a terra da una cascata in testa. I magistrati di Piazzale Clodio non escludono l'apertura di un fascicolo ipotizzando il reato di lesioni volontarie gravi. Gli inquirenti attendono comunque che giunga in Procura la relazione delle forze dell'ordine. Intanto papà Claudio passeggia nervosamente assieme alla moglia tra i corridoi del reparto dell'ospedale: «Poteva andare molto peggio - dice Claudio - è stato fortunato. Però mi chiedo come possano girare per strada persone capaci di fare questo tipo di cose. Certo è sbagliato il lancio di oggetti ma si trattava di frutta: nel suo zaino ho trovato un mandarino». «Si è speculato - dice invece la mamma - sul tipo di frutta che Cristiano ha lanciato ma io mi chiedo se è possibile che possa accadere una cosa del genere in mezzo a tanta gente senza che qualcuno intervenga. Ho visto il video e c'è stata una crudeltà assurda. Penso si tratti di un pazzo che vada fermato. Mercoledì prossimo ci sarà un'altra manifestazione e se gira ancora questa persona credo ci sia realmente un pericolo».

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