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Gli studenti si preparano a bloccare di nuovo la città

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Rinnoviamola solidarietà e la vicinanza al nostro compagno ma quello che è accaduto non ci farà essere complici di una rappresentazione mediatica dell'episodio che sembra più volta a delegittimare la giornata del 14 dicembre che alla ricerca della verità». Ad affermarlo sono gli studenti delle Scuole in mobilitazione-Mamiani occupato, a cui si sono aggiunti gli studenti in mobilitazione de La Sapienza. Parlano delll'aggressione con un casco subita da Cristiano, un 15enne che va a scuola al liceo Mamiani, durante i cortei di martedì scorso. Ieri, proprio nella scuola, lo hanno ribadito davanti ai giornalisti. Anche se alla fine, per spiegare le loro ragioni, si sono affidati a un comunicato scritto senza permettere che si rivolgessero loro domande e con una ironica provocazione: i giornalisti, ai quali erano stati distribuiti finti occhiali di cartone, sono stati sottoposti ad una finta visita oculistica seguita da referto «riscontrata grave miopia e assenza di prospettiva, si consigliano occhiali prima di guardare il mondo». I ragazzi si sono infatti accaniti contro i media. Secondo loro è stato dato troppo risalto al caos provocato dagli scontri e non alla sostanza della protesta che voleva urlare al Palazo un «no» deciso contro la riforma Gelmini. Eppure, va detto, proprio a causa loro, dei manifestanti, si è arrivati a dover parlare di guerriglia in strada piuttosto che di finanziamenti e leggi. «I giornalisti - hanno detto gli studenti del Mamiani - continuano ad inseguire spiegazioni semplicistiche e impossibili come l'infiltrato, il black bloc a fronte di una giornata nella quale un'intera generazione ha preso parola con determinazione». «Siamo confusi, storditi e pieni di rabbia - hanno scritto ancora gli studenti, in sintesi - ma soddisfatti e pieni di speranza. Siamo arrivati in oltre diecimila da Piramide (il 14 dicembre scorso), tantissimi studenti hanno partecipato a tutti i momenti della giornata con protagonismo e determinazione, ciascuno secondo il proprio sentire». Per questo, fanno sapere, mercoledì 22 dicembre, quando il testo Gelmini sarà in Senato per la votazione finale, loro scenderanno di nuovo in piazza. «La nostra intenzione è quella di manifestare accompagnati dallo slogan "se ci bloccano il futuro, noi blocchiamo la città". Auspichiamo di non trovare ancora una volta una città militarizzata per manifestare liberamente». Se si fosse chiesto loro, come è scritto nel loro comunicato, "Siete contro la violenza?", gli studenti fanno sapere «In questi termini, questa domanda non ha senso».

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