Fli si schiera con la protesta
Lofa, con un lungo editoriale, Filippo Rossi, direttore di Ffwebmagazine, il magazine online di Farefuturo, la fondazione di Gianfranco Fini. «Interpretare la manifestazioni di dissenso giovanile come una semplice questione di "polizia" – scrive – è un errore epocale che una classe dirigente fa quando è arrivata alla fine del suo percorso, della sua esperienza pubblica. È l'errore epocale che fanno i vecchi quando scambiano i loro figli per barbari ai confini della propria nazione in pericolo. Pensano di difendersi, ma in realtà, in questo modo, sanciscono solo la loro fine». Lo scrive «Quando la politica scommette sull'ordine pubblico – continua Rossi – significa che non fa più il suo mestiere. Quando la politica vuole rubare il lavoro ai poliziotti e ai magistrati significa che qualcuno ha messo la parola fine sulle speranze di cambiamento. Quando la politica esalta le regole invece delle decisioni, significa che ha abdicato al suo ruolo. Una politica che si eccita alla vista del manganello dimostra tutta la sua debolezza». «Perché - scrive ancora Rossi – è una politica che preferisce la semplicità alla complessità, la coercizione al convincimento, l'ordine superiore alla dialettica inferiore. È una politica che rinuncia a capire le ragioni di una società viva, che cambia, che si trasforma». Per questo motivo, rimarca Rossi, «bisogna fuggire da qualsiasi atteggiamento muscolare di fronte alle manifestazioni di questa nuova rivolta giovanile. Il politico che prende le veci del poliziotto non fa un buon servizio né a se stesso né al poliziotto: da una parte rinuncia al proprio ruolo, dall'altra carica le forze dell'ordine di un immagine e di competenze non loro». Non solo. Ma «una politica che si riempie la bocca dell'ordine pubblico è una politica che non sa cos'altro dire» e «in perenne ricerca di un nemico pur che sia, non le sembra vero di prendere qualche teppista scalmanato e trasformarlo nell'unico rappresentante di un'intera generazione». Con il risultato che, conclude il direttore di Ffwebmagazine, «invece d'includere i giovani li esclude, li mette ai margini, li schiaccia con una retorica-macigno adatta solo a non cambiare idea, adatta solo alla difesa di un ordine burocratico che non regge più agli urti di una storia che si ostina ad andare avanti».