Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Ad Annozero il solito processo a senso unico

default_image

  • a
  • a
  • a

Latrasmissione inizia un po' in sordina. Si parla del voto di fiducia. Del futuro del governo. Pier Ferdinando Casini, ospite in studio, parla di una «vittoria teorica». Ignazio La Russa si dà un mese e mezzo di tempo e poi assicura: «Se non ce la facciamo a quel punto ci presentiamo dal presidente della Repubblica e diciamo che vogliamo andare a votare». Antonio Di Pietro, quasi non fosse lui, se ne sta zitto in un angolino. È la quiete prima della tempesta. Perché l'argomento della puntata di Annozero non è solo un pacato dibattito sul futuro dell'esecutivo condito da qualche "sorpresina" (come il video dell'intervista, duramente contestata nei giorni scorsi, alla mamma novantunenne dell'ex deputato Idv Domenico Scilipoti). Il piatto forte sono gli scontri di martedì tra studenti e polizia. Sandro Rutolo ricostruisce e racconta in maniere certosina l'accaduto. Nessuno spazio per letture fantasione né per infiltrati. Ma la "trappola" è dietro l'angolo. O meglio il "processo". Come sempre a senso unico. Quando si torna in studio, infatti, la parola passa agli studenti che sono seduti in platea. Uni di questi, Luca Cafagna, comincia a spiegare la posizione da chi protesta da due anni senza trovare interlocutori. Ecco quindi che la violenza diventa l'unico canale di comunicazione, un «modo nuovo» per essere ascoltati. La Russa esplode. Scatta sulla sedia e minaccia di lasciare lo studio. Poi accusa lo studente di «apologia di reato» e lo apostrofa: «Vigliacco, vergogna, fifone, incapace». Il ministro si rivolge a Michele Santoro protestando per l'assenza di contraddittorio. «Lei - lo attacca lo studente - è figlio di una cultura politica intollerante». «Zitto, vigliacco, andate contro ragazzi che fanno il loro dovere e andate in piazza con la faccia nascosta», ribatte La Russa. Ma la miccia è innescata. Al punto che ad un certo punto Cafagna urla senza mezzi termini: «Martedì la polizia difendeva la compravendita di voti». Il copione, insomma, è sempre lo stesso: il nemico è Silvio Berlusconi. «L'hanno detto anche gli studenti - sottolinea La Russa - la violenza è esplosa quando il governo ha ottenuto la fiducia. Siccome abbiamo perso, allora diventiamo violenti». A questo punto anche Di Pietro si sveglia dal suo torpore e si scaglia contro il ministro della Difesa: «Fino ad oggi non avevo capito cosa voleva dire essere fascista. Essere fascista è essere La Russa». Il coordinatore del Pdl replica: «Sei un analfabeta». Ma Tonino insiste: «In Italia c'è un governo di regime e fascista, chiuso nel suo bunker, che non ascolta il disagio sociale». E poco importa se quel disagio sociale si sfoga prendendo a calci un poliziotto o dando alle fiamme macchine e blindati. È cosa buona e giusta.

Dai blog