Ora spunta il terzo polo
Il leader di Api, Francesco Rutelli, sorride. Sembra strano nella giornata in cui Berlusconi ha incassato la vittoria su Fini e in cui l'opposizione, Idv in testa, esce piuttosto malconcia. Certo la questione politica resta, tre voti non garantiscono la stabilità al governo. Tuttavia il presidente del Consiglio ha ancora una volta ribaltato il pronostico. E se anche Nichi Vendola, che nel pomeriggio si aggira nei corridoi della Camera con l'ex segretario del Prc Franco Giordano, mostra preoccupazione, Rutelli è ottimista. E sorride. Sì perché la «morte politica» di Fini come alleato del Pdl fa nascere il terzo polo. Ecco perché sorride Rutelli. Ai fedelissimi ha detto: «Meglio essere arrabbiati per 48 ore e poi avere una prospettiva politica che brindare per 48 ore alla caduta del governo Berlusconi e poi perdere di nuovo». Il ragionamento del numero uno di Api è chiaro: lo strappo di Fini e dei suoi apre una pagina politica nuova. A questo punto il presidente della Camera ha un unico orizzonte di fronte a sé, quello di costruire un'alternativa all'asse Pdl-Lega e alla Sinistra. Cioè un polo in cui possano convergere i moderati che provengono da destra (Fli), dal centro (Udc) e dalla sinistra (Api). Una scommessa che Rutelli è sicuro di vincere. Ne è convinto anche Bruno Tabacci (Api) per cui «il terzo polo esce rafforzato dal voto. Questi 85 voti che si sono espressi con un sì alla mozione di sfiducia ci sono. Possono essere 84 o 83, ma la sostanza è quella. Se questi voti si muovono come un soggetto politico nuovo trascinano anche il resto dell'opposizione e non c'è dubbio che diventano un ancoraggio fondamentale per gli elettori italiani». I finiani la vedono allo stesso modo: «Oggi di fatto prende forma il nuovo polo dei moderati nel centrodestra, un progetto di lungo respiro» spiega Adolfo Urso. Ma se Futuro e Libertà è «costretta» a guardare al terzo polo, sono diverse le condizioni in cui si trova il movimento guidato da Casini. Del resto Berlusconi sembra pronto a favorire un allargamento della maggioranza: «Lo esamineremo, non lo escludo a priori». Conquistare i deputati centristi, in effetti, sarebbe la svolta per Pdl e Lega a Montecitorio. Non è un caso che il premier non escluda la possibilità di una crisi pilotata e di aperture programmatiche sulla legge elettorale e su interventi in favore delle famiglie. In fondo, ragiona Berlusconi, inizialmente da Casini era arrivata la richiesta di «dichiarare il fallimento dell'attuale governo, ma io non me la sono sentita». Ora, «esamineremo» le proposte di un allargamento del governo. Non chiude la porta ai centristi neppure il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, che esclude il «veto», anche se, come ha fatto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ricorda che l'Udc non ha votato il federalismo. In effetti Casini potrebbe essere tentato da eventuali offerte del Cavaliere ma perché dovrebbe accettare? Per rischiare di restare (pure lui) ostaggio della Lega? Invece nel terzo polo Casini sarebbe il leader inevitabile. Né Fini né Rutelli sono in grado ormai di contendergli il consenso. Sembra davvero un'ipotesi verosimile, tanto che il numero uno dell'Udc rimanda al mittente le offerte del premier. Casini ricorda che «per dar vita ad un governo di responsabilità più ampio abbiamo chiesto a Berlusconi di dimettersi prima o dopo il voto alla Camera» ma il presidente del Consiglio «ha ritenuto di non ascoltare il nostro consiglio» e «peraltro ha ottenuto la fiducia che voleva, per tre voti». Dunque ora Berlusconi «ha solo il dovere di governare. Se non sarà in grado di farlo, si è lasciata aperta solo una strada: costringere irresponsabilmente il Paese alle elezioni. Sia chiaro che in quel caso siamo pronti a presentare agli italiani una proposta di governo alternativa al Pdl e al Pd». Un'alternativa «naturalmente, concertata con le altre personalità e forze politiche che hanno condiviso la nostra mozione», ovvero Fli, Api e Mpa. Poteva essere più chiaro? Insomma il terzo polo nasce adesso anche se c'è chi pensa ancora che sia «inesistente» (come Parisi del Pd e Romano del Pid) o morto prima di nascere. Rutelli non ci pensa e sorride.