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Di Pietro insulta Ma salva il Cav

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Antonio Di Pietro

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Tonino non lo ammetterà mai, ma per lui quella di ieri è stata la giornata più dura. Il suo eterno nemico ha vinto. Di nuovo. Non bastasse, questa volta il leader Idv non potrà addossare la responsabilità della sconfitta a un Pd diviso o troppo tenero con il governo, come ama fare. Questa volta, se Berlusconi ha vinto, la colpa è sua. Sì, è vero. Anche Fini ha le sue responsabilità. Dopo mille dubbi, le «colombe» di Futuro e libertà hanno deciso di non sfiduciare il governo. Ma, alla fine, data la loro storia politica, ci può stare. Se, invece, due deputati - nello specifico Antonio Razzi e Domenico Scilipoti - eletti in un partito nato con l'unico obiettivo di eliminare Berlusconi dalla scena politica italiana, alla fine decidono di smarcarsi e votare a favore del Cav, vuol dire che c'è qualcosa che non va. Di Pietro ieri alla Camera ha fatto il suo solito show: «Oggi comincia la fine del suo impero di cartapesta. Lei è arrivato al capolinea. Si consegni alla magistratura come un Noriega qualsiasi per farsi giudicare», esordisce, rivolgendosi al presidente del Consiglio. Berlusconi non ci sta e, per tutta risposta, si alza e se ne va. «Vado via perché Di Pietro è matto, con quei matti dell'Italia dei Valori non voglio avere nulla a che fare e quindi non li voglio ascoltare», spiega uscendo dall'Aula di Montecitorio. Tutto il gruppo Pdl fa altrettanto. Il leader Idv non si scompone, anzi: «Presidente del Consiglio lei è un pavido, un fuggitivo. Presidente scappi alle Bahamas e vada a nascondersi. Questo le aspetta: andare dalla magistratura o fuggire», strilla. Ma, come al solito, la violenta oratoria dell'ex pm non funziona. Più le «pecorelle smarrite» sentono parlare il loro ex leader, più vanno verso le braccia del Cav. A Tonino, ormai battuto, non resta che sferrare l'ultimo, sterile attacco: «Al di là del computo dei venduti e dei comprati, c'è una sconfitta politica del governo e dunque il premier deve prendere atto che la maggioranza politica non c'è più», spiega. Non è cambiato nulla, insomma. La guerra infinita di Di Pietro contro il Cav continua. L'ex pm, adesso, deve anche sopportare le frecciatine dei democretici. «Il Pd oggi ha fatto il suo dovere: 206 deputati presenti, e tutti hanno votato sì alla mozione di sfiducia al governo che sarebbe passata se non ci fossero stati due tradimenti di due deputati dell'Idv», dice Franceschini. «Quando si tengono costantemente posizioni estreme spesso si rischia di perdere l'equilibrio e cadere dalla parte opposta - spiega Russo - I due ex Idv, che hanno salvato Berlusconi confermano questa regola non scritta. Peccato. Il Pd ha fatto tutto quel che poteva. Con buona pace - conclude - di chi è sempre pronto ad impartire lezioni comportamentali». L'ultima nota stonata di una giornata da dimenticare arriva da Montenero di Bisaccia, il centro della provincia di Campobasso di cui il leader Idv è originario. Uno scommettitore ha vinto 1700 euro puntando su Berlusconi vincente. Anche i compaesani hanno abbandonato Tonino.

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