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"Collaboriamo con il governo"

Paola Binetti

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Paola Binetti è in Aula alla Camera. Si vota il decreto rifiuti. Il clima, dopo il voto di fiducia di martedì, è ancora rovente. Polemiche, urla e insulti continuano. «È proprio questo che non va. Che dobbiamo cambiare», commenta la deputata dell'Udc. Il neonato Polo della Nazione va verso questa direzione? «Il Polo della Nazione può andare verso questa direzione. Servirà la buona volontà di tutti, però. Rispetto alla violenza di martedì, noi vogliamo riportare al centro dell'attenzione argomenti concreti e offriamo al governo la nostra collaborazione. Dobbiamo trovare obiettivi di unità e concentrarci su priorità concrete, come le politiche di sostegno alla famiglia e quelle che aiutino i giovani a trovare un lavoro. La nostra dovrà essere un'azione critica costruttiva, che nulla ha a che vedere con quanto accaduto fino a ieri, con quella lacerante contrapposizione che attacca senza dare soluzioni».  I più maliziosi sostengono che alla fine l'Udc accetterà le lusinghe di Berlusconi e si unirà alla maggioranza... «Noi all'offerta di Berlusconi rispondiamo con un'offerta ancora più grande: sarà tutto il nuovo polo a collaborare con il governo. Si tratta di una forza dialogante importante: siamo 100 deputati, non è poco. L'Udc in questo momento non entra, però accoglie la chiamata di responsabilità del governo. Sosterremo le iniziative che intercetteranno i nostri valori e saranno in grado di risollevare il Paese». È facile prevedere, però, che i 100 deputati non avranno sempre le stesse posizioni. I temi etici ad esempio separano centristi e finiani... «Vede, quello che nasce è un coordinamento parlamentare, non un gruppo unico. Come tale ha una grande forza propulsiva, ma come dimensione garantisce il rispetto delle identità. Non faremo l'errore fatto dal Pd quando ha sciolto Ds e Margherita, o dal Pdl che ha unito An e Forza Italia. Il nostro intento è quello di ottimizzare risorse e sinergie. Pochi giorni fa, ad esempio, noi dell'Udc abbiamo chiesto insieme ai parlamentari di Fli e Mpa di calenderizzare per il primo trimeste del prossimo anno il ddl sulle dichiarazioni anticipate di fine vita. Al momento del voto ci sarà sicuramente una parte di Fli che non sarà d'accordo con noi. Ma nessuno rinuncerà alla sua identità». E se si andasse al voto? Il «Polo della Nazione» si presenterebbe unito? «Questo non lo so. Quello che noi speriamo è di non andare a votare. La nostra iniziativa intende stabilizzare il clima e lo stile di lavoro del governo. Andare a votare non serve a noi che siamo appena nati, non serve al Pd che non è unito, ma non serve neanche alla Lega e al Pdl. Vede, nessuno vuole andare a votare. Quello che è successo martedì, in Aula e per le strade, ha allontanato ancora di più i cittadini dalla politica. Prima di andare alle elezioni dobbiamo recuperare la dignità del lavoro politico».

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