Bossi avverte: "Se non va subito al voto"

«Se non è possibile governare, l'unica alternativa sono le elezioni». Bossi questa volta ha deciso di non alzare la voce ma il messaggio resta chiaro: «Con un solo voto in più non si governa». L'Umberto non ne vuol sentire parlare di «governo risicato». Non lo vuole lui né tantomeno lo vuole la sua gente che, da quando Gianfranco Fini si è messo contro la sua stessa maggioranza, continua a chiedere a gran voce le elezioni. Eppure in queste ultime settimane il fedelissimo alleato del premier non ha voluto alzare la voce. Non ha voluto impuntarsi accettando di assecondare la strategia suggerita da Berlusconi per tentare di risolvere i dissensi con il neonato partito del presidente della Camera. Bossi ha indossato, così, gli inusuali panni del mediatore tra il premier e Fini chiedendo ai suoi di non alimentare polemiche all'interno della maggioranza e di continuare ad impegnarsi in Parlamento nella speranza di vedere definitivamente concluso l'iter legislativo dei decreti attuativi sul federalismo fiscale. Eppure da ieri, e lo sarà ancora di più dopo il voto di fiducia di oggi, le cose sembrano essere cambiate. L'Umberto ha iniziato a scalpitare. Vede avvicinarsi il momento della verità e così, mentre da una parte definisce il discorso del premier come «uno dei migliori che ha fatto», dall'altra inizia a mandare messaggi chiari. A chi gli chiede se sarà disposto ad accettare l'ingresso dell'Udc nella maggioranza risponde lapidario: «Mi rifaccia la domanda tra due giorni». È, però, commentando l'offerta che avrebbero fatto ieri i finiani al premier di dimettersi prima del voto alla Camera che si capisce il suo vero obiettivo: «Ormai è tardi per trattare, bisogna votare al Senato e alla Camera e vedere i numeri». Così l'Umberto, che ieri è stato definito dal Wall Street Journal «uno dei leader politici più influenti in Italia», ora vuole i numeri. Vuole essere certo che l'esecutivo possa contare su una solida maggioranza perché «la Lega non accetterebbe un governo con pochi voti di vantaggio». E intanto, parlando con alcuni cronisti in Transatlantico, fa pronostici («Sono sicuro che Berlusconi prenderà la fiducia») e scherza con chi gli chiede se la maggioranza chiederà la testa di Fini: «No... Chi ce l'ha se lo tenga pure. Siamo meglio noi...». Infine non poteva mancare un riferimento al ministro dell'Economia Giulio Tremonti. E così, cogliendo l'occasione di una domanda sull'ipotesi di un governo guidato dal ministro, ribatte: «Non c'è alternativa, per la Lega, a Berlusconi come presidente del Consiglio» E aggiunge: «Tremonti mica è scemo che va a governare con una situazione così... Solo un pazzo come Berlusconi può farlo».