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Napolitano: "La crisi? Serve la sfera di cristallo"

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

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«Vedremo come andrà a finire». Napolitano non si sbilancia sull'esito della crisi di governo. A pochi giorni dal voto di fiducia, il pressing sul Quirinale si intensifica. Si moltiplicano gli interrogativi su quali saranno le mosse del Capo dello Stato in caso di sfiducia in uno dei due rami del Parlamento o in tutti e due. Dentro il Pdl e tra i finiani si disegnano scenari sul dopo voto giacchè il Capo dello Stato ha un ruolo rilevante in questo difficile passaggio politico. Ma ieri il presidente della Repubblica in visita alla pinacoteca di Brera di Milano, non ha fornito nessuna indicazione. Si è limitato a dire che nessuno può dire ciò che accadrà nei prossimi giorni. Dopo l'approvazione della legge di stabilità, «il seguito nessuno è in grado di prevederlo. Può farlo solo chi ha una speciale sfera di cristallo». L'unica cosa certa è che «adesso si apre un altro capitolo» e non resta che vedere «come andrà a finire».   Napolitano ha ribadito che era prioritario approvare la legge di stabilità rispetto alla discussione sulla crisi politica della maggioranza. «Era interesse generale del Paese chiudere questa fase ed era essenziale per dare il senso di un forte impegno per la stabilità finanziaria dell'Italia in un quadro europeo così perturbato». Un'approvazione condivisa da parte di tutti gli schieramenti che, però, non da garanzie sul seguito. A chi gli chiede se l'intesa raggiunta tra i partiti per concludere in fretta l'iter della legge di stabilità possa essere un buon viatico per un'intesa su come evitare la crisi, Napolitano si mostra scettico. «Non credo che ci sia un nesso fra la conclusione dell'iter della legge di stabilità e la crisi politica». Prima di andare in visita alla Pinacoteca di Brera, Napolitano ha incontrato il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà. «Si è trattato di un saluto tra amici - ha riferito Podestà - che ci ha permesso di dare seguito al colloquio avvenuto lo scorso 24 aprile a Palazzo Isimbardi con al centro il progetto della Città metropolitana e le similitudini di continuità nello sviluppo del territorio tra Milano, Napoli e i Comuni delle loro Province». Poi incontrando una delegazione di studenti dell'Accademia di Brera che gli hanno espresso i motivi della protesta delle Accademie di Belle Arti, Napolitano ha firmato un assegno simbolico da 300 milioni di euro «a favore della cultura, istruzione e liberi saperi». Quindi ha ribadito che l'intervento del maestro Daniel Barenboim sui tagli alla cultura durante la prima della Scala è stato «sobrio ed essenziale e non si poteva che apprezzare».   Alla prima della Scala Napolitano aveva incontrato anche le rappresentanze sindacali del Teatro, preoccupate per i tagli alla cultura. All'esterno della pinacoteca una piccola folla ha salutato il presidente al termine della visita, con lunghi applausi. Solo un singolo contestatore si è fatto sentire urlando frasi del tipo «Napolitano presidente dell'ordine prostituito» e «l'Italia è una repubblica fondata sul bunga bunga». Il contestatore è stato subito allontanato e la sua voce coperta dagli applausi per il Capo dello Stato.  

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