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Volevano far sparire il Cav Ora non vogliono più la crisi

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All'iniziodella lunga battaglia con il Presidente del Consiglio il traguardo era di crearlo senza Berlusconi. Ma con il passare dei giorni e dei mesi i futuristi hanno capito che l'ipotesi era impraticabile. Troppo forte il Cavaliere, nonostante il gruppo di Fli alla Camera non fosse formato proprio da quei «quattro gatti» che gli uomini più vicini a Silvio gli avevano fatto credere. Così, nelle ultime settimane, la posizione degli uomini di Fini si è via via più ammorbidita. Una vittoria delle colombe sui falchi, dei moderati sugli estremisti più scalmanati come Fabio Granata. Ma per non far credere di aver cambiato idea gli attacchi al Presidente del Consiglio sono continuati. E di «picchiare» duro se ne è incaricato Italo Bocchino, capogruppo di Futuro e Libertà alla Camera. Il quale anche martedì sera alla trasmissione su Raitre «Ballarò» ha criticato il Presidente del Consiglio. Ma l'obiettivo è di entrare in un esecutivo ancora guidato dal Cavaliere purché si basi su un nuovo patto elettorale che riconosca dignità al partito di Gianfranco Fini e che accolga alcune delle idee del Presidente della Camera. Modificando, ad esempio, la legge elettorale (senza comunque stravolgerla), e prendendo in considerazione alcune obiezioni sulla riforma della giustizia. Piccoli «cedimenti» che però consentirebbero al governo di ripartire con una maggioranza allargata. Pa. Zap.

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