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Alla maggioranza mancano quattro voti I due Idv Scilipoti e Razzi verso il Misto

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Ildibattito parlamentare della prossima settimana sta destabilizzando l'Italia dei valori. Alcuni parlamentari sono in predicato di fare le valigie. È il caso di Domenico Scilipoti, deputato omeopata dell'Idv. Proprio questa mattina il parlamentare terrà una conferenza stampa con l'ex Democratico Massimo Calearo e il fuoriuscito da Alleanza per l'Italia Antonio Cesaro. A chi lo stuzzica sul voto, Calearo risponde: «L'astensione il 14 dicembre? È una possibilità. Al momento la mia posizione resta quella di ieri. Domani vedremo». Antonio Di Pietro aspetta di vedere chi sono i Giuda nel suo partito. Nell'attesa utilizza toni soft su Scilipoti: «Riconfermo tutta la fiducia in lui. È un valente medico omeopatico, un bravo deputato, e ci dà pure un sacco di indicazioni mediche». Ma a fare il lavoro sporco ci pensa Massimo Donadi, che telefona a Scilipoti. Questa chiamata di Donadi si trasforma nel «casus belli»: «Mi ha chiamato Donadi – denuncia Scilipoti – dicendomi che c'è un cartello pronto a buttarmi addosso fango, fatto da Pd, da Repubblica e dall'Idv». La chiamata non è stata smentita dal vicecapogruppo dell'Idv alla Camera Antonio Borghesi: «Se non è una barzelletta, si commenta da sè». Scilipoti lascia tutti nel dubbio dicendo che «nella vita non si sa mai» quello che potrebbe accadere. Leoluca Orlando tenta di rassicurare tutti dicendo che il parlamentare non lascerà il partito: «L'onorevole Scilipoti non ha neanche motivazioni di ruolo politico, essendo un parlamentare di un partito che, grazie alla sua linea intransigente, ha continuamente raddoppiato i propri consensi ed è prevedibile che dovrà raddoppiare anche i propri parlamentari». Un altro caso scottante è quello dell'abruzzese Antonio Razzi, eletto con l'Idv nella circoscrizione estero (Europa). Di Pietro non ha mai avuto buoni rapporti con lui. Il problema di Razzi è che lavora troppo e quindi fa ombra ad Antonio Di Pietro. Al Corriere di ieri, Razzi ha detto: «Mandiamo a casa Berlusconi. E dopo chi ci mettiamo?». Una frase che lascia spazio a ben poche interpretazioni. Il governo Berlusconi può contare sul Repubblicano Francesco Nucara, Francesco Pionati dell'Adc, Noi Sud-PID (11 voti), Pdl (235 voti), Lega (59 voti). Se Cesario, Razzi, Scilipoti e Calearo voteranno a favore del Governo, i voti per Berlusconi saranno 311. La grande ammucchiata che va dall'Idv a Futuro e libertà conta 206 voti del Pd, sui 34 del Fli, i 35 dell'Udc, i 6 dell'Api, i 5 dell'Mpa, i 3 dei Liberaldemocratici e i 22 dell'Idv. Si aggiungono alla carovana i 3 parlamentari del misto: Giorgio La Malfa, il liberale Paolo Guzzanti e Giuseppe Giulietti e il valdaostano Nicco. La grande ammucchiata è a quota 315. Si astengono, almeno per il momento, Gianfranco Fini, Giampiero Catone (Fli), i due delle minoranze linguistiche tedesche, Zeller e Brugger. E anche Paolo Guzzanti, il più feroce critico di Berlusconi è dubbioso: se il premier dovesse impegnarsi a cambiare la legge elettorale potrebbe rivedere la decisione di votare la sfiducia. Il distacco è di appena 4 voti. La partita è apertissima.

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