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L'incubo della sinistra: Silvio agli Esteri

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seguedalla prima di FRANCESCO DAMATO Ne scaturirebbe pertanto un allargamento e potenziamento della maggioranza di centrodestra, tra lo scorno e la disperazione dei vari Bersani, costretti a risalire sui tetti, questa volta per restarvi. Senza sguarnire, con la conferma di Angelino Alfano, la postazione chiave del Ministero della Giustizia, né compromettere la possibilità di riproporsi alla guida del governo nelle prossime elezioni, Berlusconi continuerebbe ad esercitare la sua leadership morale e politica dalla Farnesina. Che non gli è peraltro nuova, visto che già vi lavorò nel 2002, tra l'uscita del dimissionario Renato Ruggiero e il primo arrivo di Frattini. La politica estera, d'altronde, è per lui un'autentica passione. Ne ha fatta tantissima anche da presidente del Consiglio. E con successo, a dispetto dei suoi detrattori. Che potranno pure attaccarlo, sfotterlo e coprirlo d'insinuazioni, com'è accaduto anche in questi giorni, per i suoi rapporti politici e personali con Putin e Gheddafi, ma non potranno mai togliere dalla testa della gente che egli ha voluto e saputo assumere sempre ruoli di primo piano sulla scena mondiale. Anche il fango che hanno cercato di rovesciargli addosso con i rapporti riservati dei diplomatici americani diffusi da Wikileaks si è ritorto contro i suoi avversari. Fa testo solo il riconoscimento dei meriti di Berlusconi espresso pubblicamente dal segretario di Stato Hillary Clinton. Che non doveva certo chiederne il permesso a quegli strani campioni di atlantismo che pretendono di essere diventati i post-comunisti italiani. Provate ad immaginare una riunione di governo con Berlusconi seduto tra i ministri. Pensate veramente che la sua autorità, o il suo peso politico, possa ridursi solo perché non dispone del campanello con il quale il presidente apre e chiude le sedute, dà e toglie la parola? Via. E in un vertice internazionale al quale gli dovesse capitare di partecipare con un nuovo presidente del Consiglio pensate che qualcuno possa scambiarlo per un leader declassato? La scena, e non solo la scena, continuerebbe giustamente ad essere sua.

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