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Nichi scippa i soldi agli studenti

Nichi Vendola sale sui tetti

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Due bucce di banana rendono scivoloso il cammino verso Natale della giunta pugliese guidata da Nichi Vendola. Una variazione di bilancio di 2.3 milioni di euro ha azzaerato la disponibilità di competenza per i fondi destinati all'acquisto dei libri di testo. La “ratio” è stata quella di reperire le risorse destinate ad assicurare i vitalizi ai consiglieri regionali non più rieletti: il provvedimento ha scatenato le dure proteste dell'opposizione di centrodestra che contesta «i numerosi disastri nella gestione dei conti da parte del leader di Sinistra e Libertà e dei suoi assessori». A questa infuocata querelle si è aggiunta la decisione della Regione Puglia di costituirsi in giudizio davanti alla Corte Costituzionale a sostegno di otto candidati del centrosinistra che reclamano l'elezione (con possibili ulteriori stipendi da erogare) nonostante il parere negativo espresso dal Tar.   «Vendola è un leader con grande carisma ma incapace di governare la regione»: l'attacco è di Nino Marco, vice presidente del Consiglio regionale ed esponente del Pdl. «Gli stessi esponenti politici della sinistra che contestano in piazza, strumentalizzando gli studenti, la riforma Gelmini, - rincara la dose - esprimono adesso un silenzio assordante su un provvedimento che certifica l'inadeguatezza di questa maggioranza nel dare un respiro sociale alla sua amministrazione». Il dato fa riflettere: nelle casse della Regione Puglia non c'erano i soldi necessari a garantire le indennità dei consiglieri regionali “trombati” (una sorta di tfr e una pensione vera e propria) e così per far quadrare il cerchio, il governo regionale ha attinto dalle risorse destinate ai Comuni, che a loro volta li riservano ai richiedenti per l'acquisto dei libri di scolastici. In estate l'ente regionale garantì sulla carta al Consiglio 4.5 milioni di euro per spese di funzionamento. A fine novembre la Ragioneria ha erogato 2.8 milioni. Per il resto è stato necessario ricorrere all'artificio contabile della variazione di bilancio. L'assessore regionale al ramo, il pd Michele Pelillo, si è difeso su La Gazzetta del Mezzogiorno: «A fine anno si rastrella tutto quello che è possibile, quindi si vanno a individuare tutti i soldi che non sono stati spesi». E ha minimizzato: «Attenzione – ha precisato - perché si tratta solo di un adempimento tecnico. I fondi per il diritto alla studio saranno erogati a partire dal 2 gennaio». Prima le risorse per le pensioni agli ex consiglieri, dall'anno nuovo si penserà anche ai libri... La spiegazione del governo pugliese è apparsa poco convincente per il segretario della Uil Puglia Aldo Pugliese e per il sindaco di Bari Michele Emiliano, presidente regionale del Pd. «Al di là del tecnicismo burocratico e pecuniario – spiega Pugliese - , ciò che lascia esterrefatti è il pessimo esempio fornito dalla nostra classe dirigente. Non si possono chiedere ai cittadini giorni infausti di lacrime e sangue e poi sacrificare denaro destinato a un diritto prioritario e costituzionalmente riconosciuto come l'istruzione sull'altare dei costi spropositati della politica. Un passo indietro è a dir poco doveroso». Emiliano su Facebook: «Voglio sapere se questa cosa è vera. Se così fosse ci sarebbe davvero da mandare tutti al diavolo. Spero di riuscire ad avere una risposta dall'assessore del mio partito. Non è sempre facile avere risposte, neanche per me».   «Questo caos fa il paio con la scelta della Regione di portare avanti il giudizio per aumentare da 70 a 78 il numero dei consiglieri regionali – aggiunge il leader del Pdl Nino Marmo – un orientamento che va contro ogni buon senso nel rendere la politica attenta a non aumentare i propri costi ai danni delle comunità. Otto consiglieri in più, infatti, farebbero crescere ulteriormente le spese di un ente che ha già registrato in questi anni di malgoverno della sinistra una voragine nei conti della Sanità…». Duro anche il coordinatore regionale del Pdl, Francesco Amoruso: “Nelle decisioni della giunta Vendola non c'è traccia di programmazione per lo sviluppo dei nostri territori, ma solo tutele per la casta e le clientele”.  

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