E con gli studenti fa l'offeso: «Silvio è egoista»
Normalequindi che, quando Gianfranco Fini varca il portone dell'istituto per tenere una lezione sul Parlamento in occasione dei 150 anni dell'unità d'Italia, il primo striscione che lo accoglie reciti testualmente: «Né futuro né libertà, da voi solo tagli e precarietà». Il leader di Fli non si scompone e si sottopone alle domande degli studenti («più sono cattive, più mi diverto» avverte) che lo ascoltano in silenzio. Lo interrogano sulla riforma e lui se la cava con un colpo al cerchio e uno alla botte: «Ho condiviso la riforma Gelmini, ma non demonizzerò mai una protesta studentesca. Anzi, mi preoccuperò quando gli studenti, come pecoroni, non avranno più una loro idea». Ma è l'attualità politica a farla da padrona. Una studentessa gli chiede quanta distanza c'è, in politica, tra il dire e il fare. «Senza comportamenti coerenti tra il dire e il fare - spiega il presidente della Camera -, dopo un po' la pubblica opinione non ti capisce. Comportamenti all'insegna della massima spregiudicatezza vengono prima o poi censurati dai cittadini con una perdita di fiducia: non ti votano». Ed è a questo punto che scatta una piccola contestazione. Jessica De Napoli, consigliere del IV municipio, si alza dal fondo e si rivolge a Fini. Con lei ci sono una decina di ragazzi dell'associazione "Officina Futura", vicina al Pdl, muniti di volantini. «Presidente - domanda - non era lei che nel 2005 dichiarava di volere una norma ad hoc contro i ribaltoni politici...ora a cambiato idea?» La sala rumoreggia, ma il leader di Fli risponde: «Il ribaltone è un sovvertimento della volontà popolare. Non credo che ci saranno ribaltoni. Ma cosa ne pensa lei di tante promesse non mantenute e di impegni disattesi da chi aveva promesso che la legge sarebbe stata uguale per tutti e poi si è occupato solo degli affari suoi?» «Se qualcuno fosse più umile e pensasse di aver torto lui, invece di invocare sempre il complotto - prosegue -, se qualcuno dicesse che alcuni impegni non sono stati mantenuti, le cose sarebbero state migliori. La politica è innanzitutto onestà intellettuale». Ma il botta e risposta tra Fini e i contestatori non si placa (erano mesi che il leader di Fli non veniva attaccato pubblicamente). «Presidente - urla un altro -, la coerenza?» A questo punto il presidente della Camera si fa più risoluto: «C'è un momento la mattina in cui mi guardo allo specchio e mi dico che c'è un limite oltre il quale non si può andare, pena la dignità. Per te evidentemente non c'è, ma è un problema tuo». Torna la calma e gli studenti lo incalzano nuovamente sulla riforma. Fini tiene il punto: «La riforma Gelmini è sottofinanziata, ma per altri aspetti va nelle direzione giusta, perché parte dal principio del merito. Tra massimalismo e gradualismo, preferisco il gradualismo. Ma l'Italia deve investire nella ricerca».