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Montezemolo snobba i banchetti di Fli

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ValentinaConti «Siamo ambiziosi» aveva detto il Presidente della Camera Gianfranco Fini nel videomessaggio di presentazione del Manifesto per l'Italia di Futuro e Libertà. L'obiettivo dichiarato è arrivare ad «almeno 100.000 firme» da portare a Milano al congresso fondativo del 15 e 16 Gennaio. A meno di un mese da quelle parole, però, l'ambizione sembra smorzarsi parecchio. A guardare l'affluenza nei gazebo targati Fli delle principali città è evidente la grossa difficoltà a raccogliere le firme di sottoscrizione. La conferma arriva in primis dalla Capitale. Ieri, per tutto il giorno, il gazebo di Piazza Goldoni è rimasto deserto. Due «fillini», seduti ad osservare la prima domenica di shopping natalizio davanti Palazzo Fendi, chiacchierano tra loro attoniti, in un clima di preoccupazione. Più in là, un altro è intento in una conversazione al cellulare. Mentre un altro ancora cerca timidamente di convincere un signore a prendere un volantino che però viene gentilmente rifiutato. Sulla piazza, i commenti dei passanti sono tutti per il premier. «Raccolgono firme per un nuovo partito», dice Roberta, una bella signora romana. «In realtà, vorrebbero tanto fare un governo di vecchi e riciclati. Che vergogna!». Dello stesso parere Franco, il quale pur difendendo «l'indipendenza di Fini», strilla «io non firmo niente. La politica è tutta uno schifo». Appare anche Luca Cordero di Montezemolo, stracarico di shopping bags griffate Tod's, con la moglie Ludovica e figlia a seguito. Una normale giornata di acquisti per lui. Vede il gazebo, accenna un saluto e tira dritto. «Avrà altro shopping da fare», mormora sorridendo una signora che lo ha riconosciuto. Stesso film al quartiere Parioli. Nel weekend, il gazebo di Fli di Piazza Euclide è rimasto vuoto: si stentava persino a capire se fosse o meno aperto. Idem in altre zone e stesso copione anche in altre città. Girando fra la gente ci si accorge che una bella percentuale di italiani non sta sulla linea del capo segreteria Fli, Carmelo Briguglio, che non esita a definire Berlusconi «unfit», aggiungendo che «è sempre maggiore il numero di quelli che se ne rendono conto». E il leader de La Destra, Francesco Storace dall'assemblea di Bari non le manda di certo a dire: «Casini, Fini e Rutelli stanno da tre anni in Parlamento e non hanno ancora capito che l'Italia è cambiata. Vadano a casa invece di fare altri danni». Intanto, oltre 5000 persone hanno inondato ieri l'Auditorium della Conciliazione di Roma per partecipare all'evento «Italia Avanti», vicino al Pdl e, da quando la Capitale è stata tappezzata da manifesti, numerosissime telefonate di cittadini sono arrivate alla sede capitolina del Pdl per informarsi su dove poter firmare in favore del Governo.

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