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Assange tratta la resa

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Il fondatore di Wikileaks Julian Assange

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Ma non spegne Wikileaks. Il pirata australiano potrebbe consegnarsi la prossima settimana. I legali del fondatore del sito Wikileaks starebbero trattando con Scotland Yard la consegna spontanea alle autorità dell'uomo che sta facendo tremare le cancellerie di mezzo mondo. Gli avvocati però smentiscono. Il Times parla di un gioco del «gatto col topo» tra Scotland Yard e Assange parallelo a quello in atto per mantenere aperto il sito. Assange si troverebbe da oltre un mese in Gran Bretagna e, secondo fonti riportate dai media britannici, la polizia sa da allora dove si trova. In ottobre, all'arrivo nel Regno Unito con un visto di sei mesi, il capo di Wikileaks ha del resto fornito un indirizzo del sud est dell'Inghilterra e un numero di cellulare. I legali hanno detto che si batteranno in tribunale contro ogni tentativo di estradare il loro cliente dalla Gran Bretagna. Il mandato di cattura internazionale riguarda l'accusa di stupro e non fa riferimento a spionaggio o furto di documenti riservati. Su Assange c'è un attacco concentrico da più parti. Il servizio PayPall ha bloccato i servizi forniti a Wikileaks. La società specializzata nei pagamenti online forniva al sito fondato da Julian Assange la possibilità di finanziarsi attraverso le donazioni dei lettori. «PayPal ha limitato in modo definitivo l'account usato da Wikileaks a causa di una violazione delle politiche aziendali secondo cui il nostro servizio di pagamento non può essere usato per alcuna attività che incoraggi, promuova, faciliti o istruisca altri a farlo, attività illecite», si legge su un post pubblicato sul sito dell'azienda. Wikileaks e i giornali collegati continuano, nel frattempo, a sfornare documenti. Sempre tra i più gettonati quelli dei rapporti tra Berlusconi e Putin. Un'ossessione per i diplomatici a stelle e strisce. Il cablogramma datato 20 maggio 2009 è sulla linea delle rivelazioni dei giorni scorsi sugli umori di Washington per il connubio Berlusconi-Putin. «Diplomatici Usa - si legge nel dispaccio classificato "segreto" - riferiscono che la stretta amicizia personale tra il primo ministro italiano Silvio Berlusconi e il leader russo Vladimir Putin è una parte chiave delle relazioni tra i due paesi». Più avanti il report chiarisce: «La famiglia di Putin fa lunghe visite alla casa di famiglia di Berlusconi in Sardegna, a spese di Berlusconi». «I diplomatici italiani - prosegue il cablo - godono di un eccellente accesso ai funzionari russi». Del resto, prosegue il testo, «la Russia riceve benefici economici significativi dall'Italia, ottenendo accesso alle sue attrezzature e alla sua tecnologia, al suo mercato stabile per il gas e il petrolio, e i suoi beni di consumo tanto desiderati. In cambio, la Russia offre all'Italia un sostegno per l'accesso alle forniture di gas e ai mercati centro-asiatici. Le società italiane hanno cercato di investire nel settore dell'aviazione e della generazione di elettricità della Russia, sebbene la crisi economica abbia fermato questi sfrozi». Tutto questo, spiega ancora il dispaccio, «ha un prezzo». Così nel paragrafo 1 (S/NF) si legge che «i legami economici, specialmente contratti di gas di lungo termine, sono un pilastro delle relazioni Russia-Italia, e interessano le politiche dell'Italia verso la Russia. Eni e Gazprom hanno impegni di fornitura fino al 2035, e un accordo congiunto per il gasdotto South Stream. Il rappresentante dell'Eni a Mosca è spesso chiamato il "secondo ambasciatore" d'Italia in Russia». Nel testo si cita un diplomatico italiano, Lorenzo Fanara, secondo il quale «i legami economici del paese sono sufficientemente forti da influire sulla posizione politica dell'Italia verso la Russia». Secondo il diplomatico citato nel dispaccio - il primo segretario Fanara -, «leader, politici e imprenditori sono sempre "cauti" nell'approccio con la Russia, in quanto l'Italia esporta in quel paese oltre 10 miliardi di euro in merci ogni anno, per lo più prodotti da piccole e medie imprese». Certo, veniva citato ancora il funzionario della nostra ambasciata, «il governo italiano conosce i difetti del governo russo (e cioè il mancato rispetto dei valori e della libertà democratica), ma non può permettersi di essere troppo dura nelle critiche».

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