"Ho i voti, si va avanti"
Vado avanti. Il terzo polo? Una bufala. Gianni Letta è leale, nessun dubbio. Nel bel mezzo di una conferenza stampa, a Sochi con il presidente russo Dimitri Medvedev, Silvio Berlusconi chiede di avere un po' di spazio con i giornalisti italiani. Giusto per mettere in chiaro alcuni punti fondamentali. Innanzitutto per difendere i suoi uomini, a cominciare da Gianni Letta definito in un report dell'ambasciata Usa, appena rivelato dal sito Wikileaks, come fonte delle informazioni sullo stato di salute del premier. Affermazioni che Letta ha già decisamente smentito due giorni fa. Ma a Berlusconi non è bastato. E spiega che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio è la «persona più limpida e leale che si possa immaginare». E ancora: «In decenni della nostra amicizia e collaborazione, mai una sola volta ha avuto un comportamento che non fosse sincero, leale, istituzionale» dice il premier. E parla delle rivelazioni come di «gossip di questi giorni». Parole analoghe vengono spese nei confronti di Giampiero Cantoni, presidente della commissione Difesa del Senato, anche lui citato nei dossier della diplomazia statunitense. Chiuso il capitolo Wikileaks, il premier si tuffa sulla guerra dei numeri in corso alla Camera. E se Fli l'altro ieri sbandierava di avere dalla parte della sfiducia 317 voti, uno in più della maggioranza assoluta, il Cavaliere reagisce a modo suo: «Una bufala. Do a tutti appuntamento al 14 dicembre». E il Terzo Polo? Roba da poco, «esile nei numeri» ma «smisurato nelle ambizioni», visto che l'unico obiettivo che ha è cambiare la legge elettorale, non definire certe le alleanze e diventare così - sono parole di Berlusconi - «arbitro della situazione e allearsi con la sinistra». Ma il capo del governo è allo stesso tempo convinto che il Paese non sia con i finiani e con il centrosinistra, gli italiani «non vogliono cambiare governo». Si spinge oltre a senza mezzi termini sentenzia: «Aprire una crisi ora sarebbe irresponsabile». Torna a ribadire che non c'è nessuno in grado di sostituirlo. Non fa nomi ma cita delle categorie. Non sono in grado di sostituirlo i «professionisti della politica» (Fini e Casini) e tanto meno quei «piccoli imprenditori di piccoli partitini politici» (c'è chi giura che il riferimento sia a Montezemolo). Infine, un po' di battute. Berlusconi scherza sulle note degli amabasciatori americani: «Secondo il gossip circolato sui giornali avrei problemi di salute e sarei in depressione». E allora, per rispondere a queste insinuazioni, ricorda le tappe di questa settimana: Tripoli, ritorno a Roma, consiglio dei ministri, Astana in Kazhkistan e poi Sochi in Russia, rientro nella capitale. E non è finita perché nei prossimi giorni è prevista una nuova tappa a Napoli per la questione rifiuti,che il capo del governo è ancora convinto che l'emergenza si possa «risolvere concretamente». Insomma, tutto sembra tranne uno deciso a voler cedere il passo. Nella maggioranza continuano i contatti riservati. E se Bocchino sbandierava raggiunta quota 317, Denis Verdini tiene il pallottoliere per Pdl e Lega. E ieri, ai deputati che hanno parlato con lui, ha mostrato una serenità olimpica: «Siamo noi che stiamo a quota 317. Anzi, quota 318 per la precisione e ce ne sono ancora due che potrebbero arrivare con noi. Fino al 14 dicembre la strada è ancora lunga, ma per noi è in discesa». Sarà, nel Pdl tutto sembra orientato a fini elettorali. Persino la manifestazione organizzata da Riva Destra stamattina davanti a Montecitorio per chiedere le dimissioni di Fini da presidente della Camera è stato veicolato e promosso dai siti ufficiali dei fan di Berlusconi e del Pdl. Ormai non ci sono più limiti e confini, si va alla guerra elettorale. Sarà davvero così? Al momento s'è visto solo un mostrare i muscoli. Come i pugili che si guardano in cagnesco, si lanciano occhiate cattive e si provocano a vicenda al momento di essere pesati prima di salire sul ring. Tutta pre-tattica. Poi quando si sente il gong e inizia il match, non si può fingere più. E non si può bluffare.