Frattini e la sovranità "Sull'energia decidiamo noi"
«Sulla politica energetica nessuno può decidere a nome dell'Italia». A una settimana dalle rivelazioni di Wikileaks, il ministro degli Esteri Franco Frattini fa la voce grossa e sceglie la trasmissione di Lucia Annunziata, per ribadire la sovranità nazionale. Le apprensioni degli Stati Uniti sugli accordi Berlusconi-Putin sulla politica energetica rivelati dai cabli resi pubblici da Wikileaks non possono scalfire l'amicizia di Roma con Washington. In collegamento dal Bahrein dove ha partecipato al Managua Dialogue, Frattini ha sottolineato a «In mezz'ora» che «l'Italia ha un interesse nazionale nella sicurezza e nell'indipendenza energetica. La nostra strada è la differenziazione», che passa «dalla Russia, dalla Libia, dall'Algeria e dai Paesi del Golfo. Queste quattro fonti di approvvigionamento energetico formano il piano di sicurezza nazionale». «Su questo decide l'Italia e soltanto l'Italia», ha proseguito il ministro, sottolineando che il nostro Paese non si è mai sottratto a un «impegno di trasparenza» con gli Stati Uniti. E il ministro ha rivelato un retroscena. «Fu il segretario di Stato Hillary Clinton a chiedermi quali fossero le decisioni e le intenzioni dell'Eni su South Stream. A seguito della richiesta, organizzai un incontro negli Stati Uniti dove Paolo Scaroni espose all'Amministrazione americana il piano strategico dell'Eni». La «guerra del tubo» del resto vede schierati con Mosca molti altri Paesi europei che hanno firmato accordi per decine di miliardi con la società russa «Inter Rao Ues» leader nell'import-export di energia elettrica in Russia. L'investimento europeo in aziende russe è circa il doppio dell'investimento di Mosca in Europa. Il ministro degli Esteri italiano ha approfittato della trasmissione di Lucia Annunziata per chiarire il ruolo dell'Italia nelle relazioni internazionali. Senza commentare i report di Wikileaks, Frattini ha spiegato che la strategia dell'Italia era di «riavvicinare Usa e Russia come poi è accaduto con Obama», e l'amministrazione Bush, che non era d'accordo faceva «un errore». Per il ministro, c'è un «dato storico: noi ritenevamo che l'azione sostenuta da Dick Cheney non corrispondesse alla nostra, ritenevamo che isolare la Russia fosse un errore». Al momento «c'è piena sintonia con Obama sulla Russia» ha detto il ministro degli Esteri. Nei rapporti dell'Italia con la Russia e con alcuni altri Paesi contano i rapporti personali del presidente Silvio Berlusconi, il quale però agisce soltanto nell'interesse dell'Italia, è il commento di Frattini che ha citato anche i rapporti con i leader di Libia e Turchia, sottolineando che in varie occasioni proprio questi rapporti personali «hanno aiutato la politica estera».