Scontro sull'eutanasia in ricordo di Monicelli

L'ultimo saluto a Mario Monicelli diventa un caso politico. Il ricordo del regista, morto suicida in un ospedale romano, affonda nello scontro sull'eutanasia. Comincia l'ex segretario del Pd Walter Veltroni che celebra il personaggio «antiretorico e coerente, sottolineando che «l'ultimo atto della sua vita gli assomiglia». Nessun accenno alla dolce morte, tuttavia Veltroni rileva che «Mario ha vissuto e non si è lasciato vivere; non si è lasciato morire» ed «ha deciso di andarsene». Sono i Radicali a far scoppiare la bufera. Rita Bernardini invita l'assemblea a interrogarsi «sul modo in cui Monicelli ha posto fine alla sua vita. Quest'aula dovrebbe riflettere su come alcune persone che non ce la fanno ad andare avanti sono costrette a lasciare la vita invece di morire vicino ai propri cari con la dolce morte». Le repliche non si fanno attendere. Con Paola Binetti dell'Udc, che sbotta: «Basta, per piacere, con spot a favore dell'eutanasia partendo da episodi di uomini disperati, perché Monicelli era stato lasciato solo da famiglia e amici e il suo è un gesto tremendo di solitudine non di libertà». Netto anche Enrico La Loggia (Pdl) che attacca «l'elegia del suicidio da parte di Rita Bernardini». Alla fine è il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a osservare: «Monicelli se n'è andato con un'ultima manifestazione forte della sua personalità, un estremo scatto di volontà che bisogna rispettare». E lo stesso rispetto è quello che viene invocato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Anche lui è alla camera ardente e, nel commentare le circostanze della scomparsa del regista, dice di volersi attenere proprio «all'invito del presidente della Repubblica». «Ci vuole rispetto» aggiunge Letta che, riconoscendo di avergli «personalmente voluto bene», si rammarica del fatto che «se ne sia andato tanto tristemente, in maniera amara». Lo scontro riparte subito: «Credo che il Capo dello Stato abbia colto l'essenza della questione: bisogna rispettare l'estremo scatto di volontà di Monicelli», puntualizza la radicale Maria Antonietta Farina Coscioni, che chiede di infrangere i «tabù ipocriti» sulla parola eutanasia affrontando finalmente il problema. «È sconcertante, avvilente, che vi sia chi, arrogante e prepotente, non è neppure disposto a una riflessione» si sfoga la co-presidente dell'associazione Luca Coscioni, mettendo bene in chiaro che «ogni riferimento a colleghi come Paola Binetti, abituati ai diktat, ai divieti, è espressamente voluto». La «lode al suicidio» di Veltroni appare intanto «inopportuna» a Massimo Polledri (Lega Nord) mentre anche il ministro Gianfranco Rotondi si dissocia «dall'approccio fintamente caritatevole e di ammiccamento a scelte assolutamente non esemplari» dando vita ad un botta e risposta, a distanza, con il parlamentare Idv, Fabio Evangelisti. Il «rispetto per l'uomo e artista non deve portare ad un'accettazione incondizionata di un gesto suicida» sostiene anche Rocco Girlanda (Pdl). «Fra i tanti modi per onorare la memoria di Monicelli, la Camera ha scelto quello peggiore» conclude Andrea Sarubbi (Pd) mentre Barbara Saltamartini (Pdl) giudica «inaccettabile strumentalizzare la triste vicenda di un uomo per appoggiare l'eutanasia».