Questa sinistra posseduta dal demone dell'idiozia
Come sono lontani i tempi in cui poté accadere che Pier Paolo Pasolini, all'incirca negli stessi anni, da un lato sferrasse il violentissimo attacco in versi agli studenti sessantottini che Il Tempo ha pubblicato ieri in prima pagina, e dall'altro nel più celebre dei suoi Scritti corsari, definisse il Partito Comunista «un paese pulito in un paese sporco, un paese onesto in un paese disonesto, un paese intelligente in un paese idiota, un paese colto in un paese ignorante, un paese umanistico in un paese consumistico». Il poemetto contro gli studenti, in cui Pasolini, all'indomani della cosiddetta «battaglia di Valle Giulia», espresse il suo profondo disprezzo per quel misto di violenza, prepotenza e codardia che egli colse sùbito nello spirito sessantottesco, è datato marzo 1968. L'articolo in cui sciolse il citato panegirico del Pci è del novemtre '74. Un intervallo di soli sei anni separa dunque i due testi. Suppergìù quattro decenni ci separano invece da entrambi. Eppure, se il primo dei due ci appare ancora oggi di una strepitosa lucidità e lungimiranza, il secondo non può non sembrarci di una straziante miopia. Come mai? La differenza fra quei due testi dipende ovviamente dal fatto che Pasolini, mentre per ovvie ragioni, relative al suo interesse per il mondo dei ragazzi e alla conoscenza che ne aveva, non poteva non cogliere subito, con le sue specialissime antenne, i tratti psicologici e morali più detestabili del nostro appena nato Sessantotto, per ragioni molto meno chiare, relative alla sua scarsa conoscenza della vera natura del Pci, non capì mai niente del singolare potere che esso, come del resto qualsiasi organismo burocratico di massa, aveva, ed esercitò a lungo, di spremere il peggio dai suoi funzionari e militanti. Per quanto il Pci di allora, col suo ipocrita moralismo, la sua profonda avversione per gli aspetti e i momenti più abbaglianti della cultura e dell'arte del Novecento, e soprattutto col suo vergognoso mendacio sulla vera natura dei comunismi reali, fosse tutt'altro che il luogo virtuoso, intelligente e colto descritto da Pasolini, esso era comunque infinitamente più serio della nostra presente sinistra. Che sembra ormai diventata persino peggiore degli studenti che nel '68 fecero infuriare Pasolini. Com'è dimostrato dal fatto che si è ridotta a incoraggiare e scimmiottare, fuori tempo massimo, le imprese dei loro ultimi discendenti. Insomma che brava questa sinistra italiana che, se ha smesso da un pezzo di sognare di poter servire il popolo chiudendolo in un bel gulag, però riesce pur sempre a servirlo paralizzando ogni tanto le nostre città e trasformandole in piccoli inferni consegnati alle violenze di questa o quell'altra sua banda di pubblici lottatori! Dopo queste sue ultime sparate stradaiole e piazzaiole in salsa studentesca, a proposito appunto del rapporto fra lei e gli studenti, converrebbe comunque domandarsi: chi strumentalizza chi? chi cavalca chi? chi illude, sfrutta, inganna e incanta chi? Dubito infatti che ormai si possa continuare a pensare che sia lei a incantare gli studenti. Una sinistra che per scimmiottare gli studenti si mette anche lei ad arrampicarsi sui tetti è manifestamente troppo scema per essere in grado di sfruttare alcunché ai propri fini. Questo però non vuol dire che sia vero il contrario. Anche questi studenti rivoltosi, infatti, con le scemenze che dicono e fanno, si stanno rivelando troppo stupidi per essere in grado di usare e sfruttare qualcosa a proprio vantaggio. La manifesta stoltezza dell'una e degli altri sembra dunque dimostrare che sono tutti sfruttati e incantati da qualcun altro. E chi potrebb'essere questo loro comune incantatore se non il dèmone dell'idiozia?