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Il cognato: «Mario non aveva bisogno dell'eutanasia»

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«Avanza...»,è la risposta. L'addio del rione Monti, dove puoi uscire per strada «co 'na scarpa e 'na ciabatta», è intimo e vero, come Mario Monicelli avrebbe voluto. Carlo, fratello di Chiara, ultima compagna di Mario Monicelli, è solo in casa, quando arriva la gente che applaude davanti alle persiane chiuse del primo piano, e scende, per una chiacchierata con chi ha riposto le fiaccole sotto la finestra del Maestro. C'è spazio per un commento sul dibattito sulla eutanasia, che si è improvvisamente acceso sulla memoria del regista alla Camera. «Sì, sarebbe un bene che in Italia ci fosse - dice - Ma a lui non sarebbe stata applicabile. Chi vuole l'eutanasia fa una richiesta di aiuto, Mario non aveva bisogno dell'aiuto di nessuno. Ha scelto lucidamente quando doveva finire la sua vita». «Non era un disperato, non era un solo, non era un malato in stadio terminale. Era un uomo che ha deciso, con lucidità, e serenamente, come e quando morire». Quello che alle 16.30 si annunciava come un flop, alle 19 è un momento intenso di commemorazione: riflette l'autenticità dell'uomo che viene ricordato, e della gente, che ha lasciato a casa un attimo prima la spesa, per unirsi alla fiaccolata, estemporaneamente. Ognuno ha il suo aneddoto. «Io ci facevo colazione - dice Bruno - verso le 11 mangiavamo pizza e mortadella in piazzetta». «L'unico regista che incontravi dal medico di base - interviene Corinna - ma io non osavo comunque parlargli, al massimo lo faceva lui». «Mi avvicino e che gli dico? - aggiunge Benedetto - Ecco che pensavo quando lo vedevo. Poi però ti rimane il rimpianto di non averlo fatto». E dire che all'appuntamento, nel primo pomeriggio, non si era presentato nessuno: «A Monti è così - aveva spiegato fiducioso Cesare Esposito, architetto e promotore dell'iniziativa - Aspettiamo, dobbiamo conquistare la gente». Col buio, e con oltre un'ora di ritardo, parte il corteo degli «Amici di Monti», da un luogo che oggi viene intestato idealmente a lui: «Piazza Mario Monicelli. Maestro», si legge come nuovo toponimo, ai quattro angoli di piazza Madonna dei Monti. C'è anche uno striscione, pensato dai più giovani: «Ignoti borghesi ladri e marchesi: hai raccontato tutti noi. Ciao Mario». «Monicelli era la luce di questo luogo, e noi ora illuminiamo lui - conclude Cesare - Ha fatto venire anche le stelle il Maestro stasera, prima c'erano le nuvole».

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