Washington congela gli stipendi degli statali
Nel giorno in cui l'attenzione mondiale è focalizzata sulla colossale fuga di notizie messa in atto da Wikileaks, il presidente americano Barack Obama ignora l'evento e annuncia ai giornalisti il congelamento degli stipendi dei dipendenti federali per i prossimi due anni. Il progetto illustrato nella conferenza stampa tenuta all'Eisenhower Executive Office Building di Washington consentirà, secondo la Casa Bianca, risparmi per due miliardi di dollari nell'esercizio fiscale 2011 che diventano 28 nei tre anni successivi, 60 miliardi in un decennio. «Servono scelte difficili e sacrifici da parte di tutti - ha detto Obama - per gestire l'insostenibile» traiettoria dei conti pubblici. Il congelamento degli stipendi dovrà essere approvato dal Congresso e non riguarda i militari. Complessivamente sono due milioni i lavoratori toccati dal provvedimento. «Dobbiamo assicurarci che nel futuro il deficit di lungo termine non faccia da zavorra all'economia. E questa è una sfida che tutti i partiti hanno la responsabilità di affrontare», ha spiegato il presidente Usa che ha invitato democratici e repubblicani a uno spirito bipartisan in vista dell'incontro in programma oggi alla Casa Bianca dove sarà esaminata l'agenda dei prossimi mesi. «Non possiamo tirare i freni troppo rapidamente - ha detto Obama - Ma dobbiamo correggere la traiettoria dei nostri conti. La dura verità è che per riportare il deficit sotto controllo servono ampi sacrifici e che questi sacrifici devono essere condivisi dagli impiegati del governo federale. Dopo tutto, le piccole imprese e le famiglie stanno tirando la cinghia - ha continuato - E lo deve fare anche il governo». A riguardo il presidente ha ricordato che appena entrato in carica, due anni fa, aveva bloccato gli aumenti del suo stesso staff. La decisione di congelare gli stipendi dei dipendenti federali arriva a poche ore del rapporto della commissione presidenziale anti-deficit. La lotta al debito è molto probabile che caratterizzerà l'intero 2011 - dicono gli osservatori - anche dopo l'allarme lanciato dall'agenzia federale Fdic che attraverso la presidente Sheila Biar ha affermato che la prossima crisi del debito potrebbe iniziare a Washington.