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I fondi neri portano in Svizzera

La sede Enav a Roma, in via Salaria

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Le carte portano in Svizzera. I presunti fondi neri ricavati dalle sovrafatturazioni per gli appalti dell'Enav sarebbero passati per conti correnti d'Oltralpe prima di arrivare nei paradisi fiscali. E per avere la certezza che questi soldi provengano da un'attività illecita, i magistrati romani nelle prossime ore presenteranno una richiesta di rogatoria internazionale per poter accertare la presenza o meno di milioni di euro in Svizzera. È questo il prossimo passaggio dell'inchiesta sui presunti appalti pilotati dell'Enav condotta dalla procura di Roma. A indirizzare i magistrati sulla pista dei soldi in Svizzera, sarebbero state anche le dichiarazioni dell'ex consulente esterno di Finmeccanica, Lorenzo Cola, che è stato interrogato più volte dagli inquirenti nell'ambito dell'inchiesta su Finmeccanica-Digint, nella quale è indagato. Proprio a Cola, infatti, portano alcuni conti correnti in Svizzera, sui quali il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo vuole fare chiarezza. Sotto la lente d'ingradimento ci sono, tra l'altro, gli appalti sulla sicurezza di due aeroporti, Napoli e Palermo, affidati fino al 2009, anno in cui c'è un boom di lavori affidato alla Selex Sistemi Integrati, la società di cui è amministratore delegato Marina Grossi, anche lei indagata, moglie di Pierfrancesco Guarguaglini, presidente di Finmeccanica. Enav, comunque, ieri ha voluto smentire «categoricamente di aver intrattenuto rapporti di consulenze o di altra natura con società off shore, nonché le ricostruzioni, anche grafiche, relative a presunti (e inesistenti) rapporti contrattuali con una serie di società». In particolare, l'Enav «non ha mai intrattenuto rapporti con le società Arc Trade, Simav, Renco ed Auxilium Trade. Vero è che per Enav il principale interlocutore aziendale è Selex-SI (già Alenia Marconi System - Ams), a cui la società affida da sempre la progettazione e realizzazione chiavi in mano dei sistemi e degli impianti per la gestione del traffico aereo, a proprio avviso in conformità alle normative vigenti e come confermato sul punto da una recentissima decisione comunitaria». Inoltre, Enav «esclude che eventuali incrementi dei costi (e dei corrispettivi concordati a monte) possano derivare dal processo dei successivi affidamenti in subappalto». I pm romani sono quindi a caccia dei soldi fatti confluire in conti correnti esteri in maniera illecita, attraverso presunti fondi neri, pari a decine e decine di milioni di euro. Proprio per chiarire l'impianto accusatorio, nei prossimi giorni i carabinieri del Ros e gli investigatori della Guardia di Finanza dovranno effettuare ulteriori perquisizioni in altre società collegate, a vario titolo, all'Enav e agli indagati.

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