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Alla Camera si vota la riforma

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Protesta degli  studenti a Roma all'Arco di Costantino contro la riforma Gelmini

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A Montecitorio tutto è pronto. Questa mattina inizieranno le votazioni sul disegno di legge di riforma dell'Università presentato dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Una giornata che terrà con il fiato sospeso molti studenti e docenti che, nonostante abbiano protestato occupando tetti e monumenti in tutta Italia, potrebbero vedere l'approvazione del testo della riforma. Ed è proprio alle ultime dichiarazioni politiche che gli universitari hanno guardato ieri con attenzione per capire che cosa potrebbe succedere oggi in aula. E così, anche se il voto favorevole alla riforma sembra quasi scontato, il Pd è sceso in campo per chiedere «chiarezza e coerenza» ai finiani che da una parte hanno espresso parole dure nei confronti del testo e dall'altra hanno annunciato che non faranno mancare i loro voti. Spiegazioni che il futurista Fabio Granata ha preferito glissare: «Al di là della riforma Gelmini e delle sue luci e delle sue ombre bisogna ascoltare i giovani e rispettarne la nuova volontà di partecipazione politica». Posizioni completamente diverse da quelle della Lega che invece, con il senatore Mario Pittoni, ha difeso il disegno di legge: «Lo stop alla riforma danneggerebbe il Nord». Un rimpallo di dichiarazioni che non ha distratto la Gelmini impegnata invece nel tornare a invitare gli studenti a non schierarsi con i «baroni» e a fare appello a parte dell'opposizione, come l'Api e l'Mpa, per convincerla a votare a favore della riforma così come aveva già avevano fatto al Senato. Una votazione che, stando alle parole della relatrice del ddl, la deputata del Pdl Paola Frassinetti, potrebbe arrivare già nel primo pomeriggio di oggi.   Intanto, mentre la Gelmini rispondeva duramente all'invito del rettore di Firenze, Alberto Tesi, che ha chiesto ai docenti di non fare lezione domani per protesta: «È stato un comportamento inaccettabile e inqualificabile di chi vuole conservare i propri privilegi», nel Paese le proteste dei giovani hanno animato anche il giorno della vigilia: striscioni sul Duomo di Milano e sul Canal Grande, un finto muro fatto crollare a Roma, lo stop alla didattica alla Normale di Pisa e studenti incatenati alla fontana Maggiore di Perugia. Contestazioni che, oltre ad aver interessato tutto lo Stivale, hanno avuto eco anche all'estero dove, oltre alle iniziative degli studenti Erasmus in 19 Paesi, un gruppo di ricercatori, studenti e dottorandi italiani del Cern di Ginevra ha deciso di passare la notte sul tetto di un edificio per poi seguire oggi, in diretta tv, la discussione alla Camera. Eppure, nonostante le tante proteste di questi giorni, c'è anche chi ha voluto alzare la voce per difendere «l'università dalla demagogia». Un appello lanciato al mondo accademico da un gruppo di 400 docenti universitari e promosso dalla Fondazione Magna Carta.  

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