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Masi chiama Sgarbi per fare l'anti Saviano

Vittorio Sgarbi

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Ha incontrato l'altro ieri il direttore generale della Rai Mauro Masi. E lo incontrerà di nuovo oggi. Vittorio Sgarbi potrebbe essere il nuovo anti-Saviano, anche se questa definizione la rigetta, la rifiuta e gli dà profondamente fastidio. Quel che è certo è che il critico d'arte potrebbe mettere in piedi una trasmissione del tipo «Vieni via con me». Di segno opposto, però. Di forza eguale e contraria, si direbbe in fisica. Sgarbi, raggiunto al telefono, si blocca prima in un lungo silenzio. Poi si barrica dietro un agguerrito: «Ma chi glielo ha detto?». Infine si lascia andare: «Guardi, noi tutti dobbiamo essere grati a Roberto Saviano. Perché ha dimostrato che si può parlare in tv in prima serata per venti, venticinque minuti senza interruzioni. E si può parlare di idee, di valori. Si può volare alto. E questo mi pare un fatto positivo per la storia della televisione». Bene, e ora? «Ora quello che è importante è che Saviano ha aperto una nuova possibilità. Io non sono per togliere spazi, sono per aggiungerne - spiega l'indimenticabile conduttore di "Sgarbi quotidiani" -. Finora si pensava che la cultura, i valori in prima serata non avrebbero avuto successo. Non è così, anzi si è dimostrato il contrario». E Sgarbi come pensa di riempirli? «Penso che mi piacerebbe un bel programma sulla storia dell'arte cristiana in tv, una lezione di Emanuele Severino su Benedetto XVI. Mezz'ora del filosofo Giorello o una prolusione di monsignor Ravasi. E perché non pensare anche a Dante letto da Vittorio Sermonti? Lo abbiamo visto letto da Roberto Benigni. Benissimo, e allora perché non avere uno spazio con Sermonti, il maestro numero uno della lettura di Dante?». E Sgarbi? Che potrebbe fare Sgarbi? «Potrebbe parlare di Michelangelo. Qualcuno glielo può negare? Non sono all'altezza?». Poi tiene a precisare: «Ma non sono l'anti-Saviano. Al contrario. Lo ringrazio. Guardi, ci sono state tre fasi. La prima era quella di Sgarbi quotidiani, dieci minuti di attualità politica, di cultura, di riflessioni. Poi si è pensato di contrappormi a Marco Travaglio. Ma Travaglio non voleva. Fu proprio Masi a dire in un'intervista che era giusto avere anche un'altra voce che affiancasse quella di Travaglio. Ma non è stato possibile, perché quelli sono dei fascisti. L'altra settimana ad Annozero avevano organizzato il processo a Sandro Bondi. Il ministro voleva che andassi assieme a lui in trasmissione. Ma gli hanno detto di no. E sa perché?». No, non ho la più pallida idea… «Perché in trasmissione Travaglio mi doveva attaccare e non era bello che ci fossi io in studio. Capito come ragionano questi qua? Se ti attaccano non è giusto darti la possibilità di replicare. No, al contrario. Meglio che te ne stai zitto. Bondi allora gli ha spiegato: ma posso almeno avere un avvocato che mi difenda? E quelli sa che cosa hanno risposto?». No, non lo so. «Sì, venga con Nicola Porro. Capito? Ti facciamo il processo, ma l'avvocato difensore lo scegliamo noi. No, per carità. Speriamo non sia così. Non vogliamo questo. Non vogliamo una tv che attacca qualcuno». Possibile che Sgarbi voglia fare una trasmissione televisiva senza parlare di politica e di attualità come fanno Fabio Fazio e Saviano? «Fazio è fazioso. Io non voglio fare quello. Io voglio portare in prima serata l'Italia bella. Anzi, la bell'Italia». Ecco, anche il titolo è già pronto.

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